Alexander Bublik sfida JJ Wolf per un posto in semifinale a Firenze. Ai giornalisti ha spiegato di non giocare per soldi e di voler crescere come uomo e come professionista
Genio e sregolatezza, Alexander Bublik è così: prendere o lasciare. Il kazako sta disputando una buona stagione e non vuole porsi limiti per presente e futuro.
“È chiaro che quando si sale di livello è meglio essere testa di serie nei tornei – spiega Bublik – e trovare avversari meno pericolosi nei primi turni. In realtà, credo che per quanto riguarda il livello di tennis non ci siano grandi differenze tra i primi 10 del mondo e quelli che si trovano tra i primi 50 o addirittura tra i primi 100. Ora siamo in un momento in cui chiunque può battere i favoriti e ogni partita è complicata, indipendentemente dall’avversario che si affronta. I primi 10 hanno qualcosa di diverso, forse in termini di mentalità, ma il livello di gioco è simile per tutti”.
L’attuale numero 43 del mondo, con il tempo, ha rivisto le sue priorità. “Penso che i media spesso distorcano le mie parole e le tolgano dal contesto. È vero che ho detto di aver giocato a tennis per soldi, tre anni fa. Tuttavia, in questo periodo mi sono reso conto che amo davvero questo sport e che mi piace essere un tennista. Fin da quando ero bambino volevo fare questo. Ricordo perfettamente che mi vestivo da Federer e Nadal, mi guardavo davanti allo specchio cercando di imitarli. Ho sempre sognato di competere sui grandi palcoscenici. Molte persone restano incredule quando scoprono che non ho un allenatore o un preparatore fisico fisso, ma posso diventare un grande professionista”.