Diario di bordo della settimana a Vienna del nostro inviato Alessandro Nizegorodcew, per un torneo bellissimo sotto tutti i punti di vista …

da Vienna, Alessandro Nizegorodcew

Il torneo Atp 250 di Vienna si è concluso con la vittoria finale di Juan Martin Del Potro sullo sloveno Grega Zemlja, vera rivelazione del torneo. Ha deluso il giocatore (quasi) di casa Tommy Haas, così come Janko Tisparevic, mentre ha dato segnali importanti il giovanissimo austriaco Dominik Thiem. Per i colori azzurri benissimo Paolo Lorenzi, al primo quarto di finale Atp in carriera, malissimo Fabio Fognini, in crisi di fiducia e risultati. Il torneo di Vienna non ha però regalato spunti esclusivamente tennistici.

Quando si arriva alla Stadthalle non si ha l’impressione di avvicinarsi ad un tempio del tennis, bensì ad un qualunque centro commerciale. Nessuna immagine di tennisti in bella vista, nessun segno che all’interno dell’impianto posso svolgersi uno dei tornei Atp 250 più belli del circuito. Entrando tutto cambia. Il palazzetto è organizzato su due livelli: al piano terra il bellissimo campo centrale, la sala stampa, la players lounge, gli spogliatoi, oltre agli stand (tutti rigorosamente tennistici, senza però alcun gadget del torneo) e tanti paninari che vendono schnitzel e wurstel in quantità industriali; al piano superiore l’area Vip, l’ingresso per le tribune più alte del campo centrale e il campo B.

Passeggiando tra gli stand, come d’improvviso, compare l’angolo dedicato agli incordatori del torneo con una vera e propria chicca per appassionati. Su un piccolo schermo i “malati” di tennis possono leggere il nome di ogni tennista presente al torneo accompagnato dal modello di racchetta e la tensione delle corde. Superando, fermandosi però spesso e volentieri, i banchetti di cibo e birra, si entra sul campo centrale. Lo stadio è molto bello e costruito in modo tale che da ogni settore, anche i più lontani, si possa vedere il match in maniera più che sufficiente. Da sottolineare come gli appassionati austriaci facciano il tifo anche (e molto!) per i tedeschi; anche se il vero idolo è divenuto il giovanissimo Dominik Thiem, promessa del tennis austriaco.

Il campo B è invece davvero sui generis. Il primo dettaglio che salta agli occhi è la mancanza di tribune, che sono solamente di fronte e dietro alla sedia dell’arbitro (come si può vedere nella foto a sinistra). Le curve sono invece in stile stadio: tutti in piedi! In alto si può notare un canestro che viene tirato giù in occasione dei match di basket che si disputano nello stesso impianto, per finire con il tabellone segna-punti, anch’esso proveniente evidentemente dalla pallacanestro. Un campo però che, nonostante le sue stranezze e peculiarità, ti fa vivere la partita in maniera fantastica, praticamente dentro al campo, a contatto con i giocatori.

I raccattapalle del torneo si sono evoluti, come in altre manifestazioni Atp e Wta, e hanno a disposizione le racchette con annessa retina per accelerare la raccolta delle palline. “Bellissimo, così non sbagliano mai!” – ci ha confidati Paolo Lorenzi nel post-partita.

Il match del torneo è stato chiaramente quello disputato negli ottavi di finale da Juan Martin Del Potro e il tedescone Daniel Brands. I due hanno messo a segno un record, superando entrambi i 30 Ace (32 a 30 per Brands) all’interno dello stesso incontro, portato a casa dall’argentino in tre tie-break. Nonostante i tantissimi servizi vincenti la partita è stata godibile ed emozionante e ha regalato al pubblico alcuni punti di pregevole fattura da parte di entrambi i giocatori.

Un torneo nel complesso bellissimo, arricchito da un splendida organizzazione e da un parco giocatori di primissimo livello. Da segnalare anche la gentilezza degli addetti alla press room e dei ragazzi dell’Atp. Un torneo che ci sentiamo di consigliare. Bel tennis, impianto perfetto, città meravigliosa e torte Sacher come se piovessero. La settimana perfetta.