La storia dell’accademia e dell’uomo che ha rigenerato Serena Williams. Parigi è il nuovo centro nevralgico del tennis europeo, ma c’è anche la lascia e si trasferisce in Svezia… di DANIELE ROSSI

di Daniele Rossi – foto Ray Giubilo

Nell'ultimo periodo si è parlato tantissimo di Patrick Mouratoglou. L'allenatore francese si è seduto sulla panchina di Serena Williams quest'estate, portando la campionessa americana a dominare la seconda parte della stagione. Wimbledon, Stanford, Olimpiadi, Us Open e Wta Championships vinti in un sol boccone, con una sola sconfitta giunta per mano della Kerber a Cincinnati. All'alba dei 31 anni, abbiamo visto forse la migliore Serena di sempre. Asciutta e in grande forma fisica, devastante col servizio, miglioratissima col rovescio e mentalmente inattaccabile.

Tutto merito di Mouratoglou? “Sono partito da una buona base…” ha detto eufemisticamente Patrick, che a parte qualche aggiustamento tecnico, ha lavorato più che altro su quello psicologico. Ha restituito motivazioni e sicurezza ad una Serena che nella prima parte di 2012 aveva vinto sì due tornei (Charleston e Madrid), ma che era anche andata incontro ad alcune inspiegabili sconfitte come contro la Makarova agli Australian Open, contro la Wozniacki a Miami e soprattutto contro la Razzano a Parigi.

Proprio nella capitale francese è ripartita la carriera della Williams, che dopo la scoppola rimediata da Virginie, si è messa nelle mani della Patrick Mouratoglou Academy. E da lì è partito tutto, compresa quella sembra a tutti gli effetti una storia d'amore, anche se i diretti interessati non hanno né confermato, né smentito ufficialmente. Gossip a parte, l'academy del coach francese sembra essere diventato il centro nevralgico del tennis europeo, andando a ricalcare le orme di Nick Bollettieri in America.

Nato l'8 giugno 1970, Patrick Mouratoglou era uno dei giovani prospetti più interessanti del tennis francese. Preferisce però concentrarsi sugli studi e abbandona il sogno di diventare professionista, preferendo la carriera da coach. Inizia a collaborare con Bob Brett, allenatore australiano dall'esperienza ventennale, attualmente titolare di una celebre academy nei pressi di San Remo e ancora sulla panchina di Marin Cilic.

La Mouratoglou Tennis Academy nasce nel 1996, situata a 30 km da Parigi. La prima esperienza da coach per Patrick è un successo clamoroso: Marcos Baghdatis. Il cipriota nel 2006 raggiunge la finale agli Australian Open – battuto da Federer – e le semifinali a Wimbledon. La fama di Mouratoglou si espande in tutto il mondo e Patrick si siede sulla panchina della russa Anastasia Pavlyuchenkova. Nel 2008 la porta dal numero 300 al numero 27, facendole vincere il titolo di “Most improved player of the year”. Storia analoga con la francese di origini iraniane Aravane Rezai, che nel 2010 raggiunge il suo zenit vincendo il torneo di Madrid.

Entrambe, Pavlyuchenkova e Rezai, una volta terminata la collaborazione con Mouratoglou sono andate incontro al disastro. La giovane russa ha bruscamente interrotto la sua ascesa, ingrassando a dismisura e perdendo una partita dopo l'altra (quest'anno un record di 21 vittorie e 25 sconfitte), mentre la franco-iraniana, condizionata da problemi familiari e fisici, ha concluso per il secondo anno consecutivo fuori dalle prime 100. Sia Anastasia che Aravane, dopo un periodo di lontananza, sono tornate all'Accademia.

“Entra in un mondo di eccellenza” è il motto di Mouratoglou, che preferisce concentrarsi su pochi giocatori di livello internazionale e che propone due concetti fondamentali: allenamento specifico e tagliato su misura per ogni giocatore e il coinvolgimento della famiglia.

17 campi (cemento e terra), 4 palestre, piscina, sauna e 30 chalet a disposizione dei giocatori, dove possono ospitare i propri familiari e un ristorante. Queste le infrastrutture dell'accademia, che oltre ai professionisti, si rivolge anche ai giovanissimi, dagli 8 ai 18 anni, che possono avvalersi della collaborazione part-time di Martina Hingis.

Per la preparazione in vista della stagione 2013, Mouratoglou ha optato per le isole Mauritius. Le donne saranno Serena Williams, Anastasia Pavlyuchenkova, Aravane Rezai e le giovani Yulia Putinsteva (classe '95), Sachia Vickery ('95) e Alizeé Lim (classe '90).
Tra gli uomini Jeremy Chardy, Victor Hanescu, Stephan Robert e Enzo Coucaud, giovane promessa, anche lui del '95.

C'è chi arriva, ma anche chi se ne va, Grigor Dimitrov. Il bulgaro, plasmato fin da giovane dalle mani di Mouratoglou, ha deciso di lasciare la Francia e di trasferisi in Svezia. Alla “Good to Great Tennis Academy” di Stoccolma, Dimitrov si affiderà a tre ex professionisti del calibro di Magnus Norman, Niklas Kulti e Mikael Tillstrom.
I tre non avranno il solo compito di far decollare la carriera di Dimitrov – che nel 2012 ha compiuto alcuni progressi di classifica ma pochi sostanziali in un gioco ancora troppo leggero e incostante – ma anche di far rinascere il tennis svedese, sprofondato in una crisi senza fondo.

Disperso Soderling, che continua ad avere problemi nell'allenarsi con continuità, pensate che il migliore giocatore svedese è attualmente Patrick Rosenholm, 24 anni, numero 382 del mondo e il secondo è Ryderstedt, numero 491.
L'obiettivo di Norman, Kulti e Tillstrom è quello di creare un nuovo punto di riferimento per il tennis nel nord Europa. Non sarà facile, finchè la concorrenza si chiama Mouratoglou…