Jo-Wilfried si è affidato all’allenatore australiano con l’obiettivo di trionfare in uno Slam. Il primo banco di prova sarà a Melbourne dove nel 2008 sfiorò l’impresa… di GIORGIO VALLERIS

di Giorgio Valleris – foto Getty Images

Effetto Lendl cercasi. Affidandosi alle “cure” del suo nuovo coach, Roger Rasheed, Tsonga cercherà di emulare il sodalizio tra Murray e Lendl, almeno negli effetti. Grazie alla guida dell’ex numero uno del mondo, Andy ha finalmente trovato la definitiva consacrazione, riuscendo non solo a centrare il primo Slam della carriera ma aggiudicandosi anche il torneo olimpico nel giro di pochissimo tempo. Se coach Ivan è riuscito a “disciplinare” il suo pupillo, trasmettendogli la giusta dose di concentrazione e tranquillità nei momenti delicati dei match, il compito di Rasheed è in parte simile perché deve costruire un giocatore più continuo e regolare.

Il talento e le potenzialità di Tsonga sono indiscutibili, ma il giocatore di Le Mans viaggia sempre a corrente alternata. Ingiocabile a tratti, specie con la combinazione servizio-dritto ma preda di black out inspiegabili in altri momenti. Dopo aver “divorziato” dal precedente coach, Eric Winogradsky, Jo è riuscito a conquistare quattro titoli (Metz per due volte, Vienna e Doha) ma nessun Master 1000.

Certo, Rasheed non può certo contare il curriculum di Ivan Lendl sul campo, ma ha già maturato una buona esperienza da allenatore collaborando con Gael Monfils (2008-2011) e Lleyton Hewitt (2003- 2007).  La scelta di Tsonga è stata “benedetta” anche da un celebre ex collega come Fabrice Santoro che, intervistato dalla tv brasiliana, ha detto: “Condivido la scelta di Jo. Dopo essere stato da solo per più di un anno e mezzo, mi fa piacere che abbia scelto Roger Rasheed. L’obiettivo per lui (come per Ferrer e Del Potro) è quello di entrare a fare parte dei Top 4”.

Il primo banco di prova per la nuova coppia sarà a casa di Rasheed, in Australia, tra meno di un mese. Curiosamente, i destini di Lendl, Tsonga e Rasheed si incrociano proprio a Melbourne. Se quella dell’Australian Open 2008 resta, ad oggi,  l’unica finale Slam disputata da Jo-Wilfried (e persa contro Djokovic col punteggio di 4-6, 6-4, 6-3, 7-6), il suo nuovo coach vinse il suo primo match in un Major al primo turno dell’edizione 1992 battendo Danilo Marcelino. E chi gli sbarrò la strada subito dopo nel secondo turno? Proprio Ivan Lendl. Corsi e ricorsi storici che però lasceranno presto la parola al campo. Il coach australiano si è detto convinto di poter ottimizzare il gioco del suo pupillo senza sconvolgimenti, lavorando soprattutto dal punto di vista tattico. Vedremo se la cura Rasheed sortirà gli effetti benefici sperati; di certo Tsonga vorrà lasciarsi alle spalle un 2012 nel quale ha ottenuto la poco invidiabile medaglia di bronzo nella classifica dei giocatori più deludenti della stagione per il magro bottino (12 sconfitte su 13) negli scontri diretti con gli altri top 10.