foto Mario Rota e Antonio Milesi
Si potrebbe dire: “L’Italia resta a galla grazie a un croato”. Ma è vero solo in piccola parte, visto che Viktor Galovic si è trasferito nel nostro paese all’età di 6 anni e ha iniziato a giocare a Milano. E’ italiano di cuore e (soprattutto) di tennis, visto che sono italiani tutti i coach che lo hanno cresciuto. Tra loro c’è anche Marco Danelli, l’uomo che lo sta seguendo a Bergamo in un torneo che potrebbe sancire la svolta della sua giovane carriera.
Alla prima presenza nel tabellone principale di un challenger, ha centrato addirittura i quarti. C’è riuscito al trofeo Faip-Perrel (42.500€, Play-It), che dunque conferma la sua fama di rampa di lancio per giocatori che prima o poi sfondano nel circuito ATP. Viktor si augura che gli exploit bergamaschi siano di buon auspicio. “Sinceramente non so come mai sto giocando così bene – ha raccontato, ospite negli studi di Bergamo TV – tra l’altro vengo da un periodo difficile, in cui ho avuto qualche problema alla schiena. Sarà l’aria di Bergamo e la passione del pubblico!”.
Contro Marco Cecchinato si è imposto con il punteggio di 7-6 6-2, intascando altri punti che gli consentiranno di attestarsi intorno alla 370esima posizione. Contro il siciliano ha sofferto nel primo set, poi è venuto fuori alla distanza. Il Play-It bergamasco è piuttosto veloce e dà una grossa mano al giocatore al servizio. Tirando la prima a 220 km/h, Galovic ha tirato otto ace e altrettanti servizi vincenti. Nel primo set, tuttavia, ha rischiato grosso. 0-30 nel primo game e 15-40 sull’1-1. Saranno quelle le uniche palle break cancellate da Galovic, che nel tie-break giocherà con grande attenzione i punti al servizio.
Nel secondo set prendeva subito due break di vantaggio e chiudeva con agilità. “Viktor ha un potenziale enorme – racconta Danelli – deve sistemare alcune cose nel suo gioco, a partire da un dritto un po’ ballerino, ma sono convinto che possa arrivare”. Danelli lavora in team con Fabio Menati, ma Galovic si appoggia anche al TC Matchball di Bra, diretto dal coach internazionale Massimo Puci, l’uomo che ha puntato su di lui quando nessuno lo conosceva. “Non fosse stato per lui e il suo aiuto, probabilmente oggi mi sarei già ritirato”.
I quarti di finale sono un gran bel risultato, ma l’appetito vien mangiando. In particolare se l’avversario nei quarti di finale si chiama Bastian Knittel, onesto mestierante tedesco che in 10 anni di professionismo non è mai andato oltre la 157esima posizione. Eppure, alla soglia dei 30 anni (lì compirà l’8 agosto: è nato lo stesso giorno di Roger Federer, anche se due anni dopo) continua con immutata passione e il sogno di entrare tra i top 100.
E’ un tipo curioso: magro, mancino, tira il rovescio a una mano e gioca con due calzettoni da calciatore che arrivano al ginocchio. Deve essere un’abitudine dei tedeschi, visto che anche Philipp Petzschner fa altrettanto. Knittel ha battuto a sorpresa Marco Chiudinelli, che gli sta davanti in classifica (139 contro 206) ed era molto atteso a Bergamo perché lo scorso weekend era stato protagonista del match più lungo nella storia della Coppa Davis: in coppia con Wawrinka, ha ceduto a Berdych-Rosol 24-22 al quinto set dopo 7 ore e 2 minuti.
A proposito di Coppa Davis, buon esordio anche per l’uzbeko Farrukh Dustov, reduce da un duro match contro la Cina, bravo a superare in tre set il belga Maxime Authom. Si trattava di un match di primo turno, perché chi proviene da un altro continente ha diritto a giocare di mercoledì. Vince Jan Lennard Struff, testa di serie numero 2, che prosegue nel suo cammino silenzioso battendo in due set l’ucraino Nedovyesov. Accede ai quarti anche Andreas Vinciguerra, che incamera 17 preziosi punti ATP nella durissima scalata ai top 100, suo grande (e forse irraggiungibile) obiettivo di questa seconda carriera. Se ce la facesse sarebbe una grande impresa, visto che ne è uscito la bellezza di 10 anni f
In serata, nonostante un grande pubblico (oltre 1.000 spettatori al PalaNorda), Ernests Gulbis (foto) non è riscito a superare il test Przysiezny. Il polacco dal nome impronunciabile ha giocato una partita perfettaal servizio e ha sfruttato gli unici passaggi a vuoto del lèttone. Nel primo game del match, avanti 30-0, Gulbis ha subito un parziale di quattro punti che gli è costato il break. Non è mai riuscito ad impensierire il polacco nei turni di risposta ed è rimasto attaccato all'incontro solo grazie alla battuta.
La partita è scivolata via in un'ora e undici minuti perchè entrembi tenevano i loro servizi e gli scambi si riducevano a 1-2 colpi. Nel tie-break del secondo set, un mini-break al primo punto era sufficiente a Przysiezny a prendere il largo e aggiudicarsi l'incontro. Il polacco, numero 234 ATP, ha un passato da numero 76 e vanta un secondo turno a Wimbledon nel 2010. Negli ottavi se la vedrà con il ceco Ivo Minar.
Primo Turno Singolare
Ivo Minar (Cec) b. Dusan Lojda (Cec) 4-6 6-3 6-4
Farrukh Dustov (Uzb) b. Maxime Authom (Bel) 7-6(3) 6-7(3) 6-3
Michal Przysiezny (Pol) b. Ernests Gulbis (Lat) 6-4 7-6(4)
Secondo Turno Singolare
Bastian Knittel (Ger) b. Marco Chiudinelli (Sui) 3-6 6-3 7-5
Andreas Vinciguerra (Swe) b. Maxime Teixeira (Fra) 7-5 7-6(5)
Viktor Galovic (Ita) b. Marco Cecchinato (Ita) 7-6(4) 6-2
Jan Lennard Struff (Ger) b. Oleksandr Nedovyesov (Ucr) 7-6(8) 6-4
Primo Turno Doppio
Andreas Beck-Marius Copil (Ger-Rom) b. Uladzimir Ignatik-Dominik Meffert (Blr-Ger) 7-5 6-3
Sander Groen-Andreas Vinciguerra (Ned-Swe) b. Martin Fisher-Philipp Oswald (Aut-Aut) 1-6 6-3 11-9
Alessandro Motti-Goran Tosic (Ita-Bih) b. Peter Gojocwczyk-Bastian Knittel (Ger-Ger) 5-7 7-6(4) 10-7
Karol Beck-Andrej Martin (Svk-Svk) b. Matteo Trevisan-Thomas Fabbiano (Ita-Ita) 6-2 7-6(6)
Ufficio Stampa