Rafa commenta il caso Armstrong e si dice pronto a sottoporsi a frequenti test incrociati. Poi, sulla questione infortuni, ecco la sua ricetta per allungare la carriera: meno tornei sul veloce…

di Giorgio Valleris – foto Getty Images

 

“Non importa quanti controlli vengono fatti, va bene anche un test alla settimana e tutti dobbiamo essere sottoposti ai controlli di sangue e urine perché lo sport deve essere chiaro e trasparente e deve essere un esempio per i bambini esaltando i valori positivi e non i trucchi di chi bara”. Lo ha detto Rafa Nadal a San Paolo, alla vigilia del Brasil Open, commentando il ciclone doping che in questi giorni ha investito tutto il mondo sportivo dopo le dichiarazioni choc di Lance Armstrong e il processo al dottor Fuentes.

Qualche settimana fa, sulla questione doping si era espresso anche Roger Federer che lamentava i pochi controlli ricevuti negli ultimi anni. E Rafa è sulla stessa lunghezza d’onda dell’amico rivale di sempre:   “Ha ragione: ci vogliono tutti i controlli che servono e devono essere fatti effettivamente, perché vogliamo essere sicuri che il rivale che affrontiamo su un campo di tennis o su una pista di atletica sia nelle nostre stesse condizioni''.

Tornato in campo dopo una sosta ai box di sette mesi per i noti problemi fisici, il campione maiorchino si sofferma anche sulla prevenzione degli infortuni e lancia la sua proposta all’Atp. “Bisogna limitare i tornei sulle superfici dure che mettono a rischio schiena, ginocchia e caviglie. Anche se è una decisione difficile da prendere subito è importante farlo per i tennisti del futuro, per allungare le loro carriere. E poi ditemi una cosa: come sarebbe il calcio se si giocasse sul cemento? Il tennis deve tornare alle origini”.