È stato parte dello staff di Francesca Schiavone per tre anni, dal 2003 al 2005. Poi ha deciso di cambiare e ha creato un’accademia tutta sua. Che oggi, tra Solferino e Castiglione delle Stiviere (provincia di Mantova), conta su 354 ragazzi. Un numero record per la realtà italiana. Parliamo di Mirko Mutti, che rappresenta una delle tante risorse da valorizzare nel panorama tennistico dello Stivale.
Oggi l’Accademia che dirige fa base nel Mantovano e si chiama ‘Mutti e Bartolucci Tennis Clinic’, dal nome di Mirko Mutti e del collega Federico Bartolucci, giunto nel 2008, due anni dopo il taglio del nastro. “Federico è una persona eccezionale – spiega il direttore – e molto disponibile al lavoro. Gli ho dato delle responsabilità e lui ha dimostrato di saperle gestire al meglio”. Tutto è iniziato nel dicembre 2005, da Castiglione, dove troviamo attualmente due campi in sintetico. Anche se presto l’attenzione si è spostata su Solferino, dove la scuola si sviluppa su tre campi coperti. Altri due, sempre coperti, verranno realizzati a Castiglione, per completare un progetto che prevede anche palestra e club house, in quello che diventerà il primo circolo in Italia in ‘classe A’ e che verrà inaugurato a settembre. Un’attenzione all’ambiente che riflette la qualità dell’accademia in ogni settore.
L’idea di fondo è semplice: insegnare tennis con professionalità, non lasciando nulla al caso e cercando di completare il percorso dell’atleta: dalla scuola Sat all’agonismo di alto livello. “Dall’esperienza con Francesca – continua Mutti – mi è rimasta la mentalità dei ‘pro’. Non c’è così tanta differenza tra un imprenditore di successo e un coach di qualità: bisogna essere precisi, attenti, determinati. E puntare sempre a migliorarsi”. Per questo è stato possibile realizzare un’impresa che ha dell’incredibile: passare in pochi anni da 7 ragazzi a 354.
Ragazzi che possono contare su metodi innovativi come la preparazione fisica in acqua, sul supporto di uno staff preparato (formato da 11 persone) e su tante possibilità per fare esperienza. I viaggi all’estero, per esempio, per confrontarsi con altre realtà. Come quello che coinvolgerà alcuni di loro dal 28 luglio all’11 agosto di quest’anno, presso l’Accademia di Fabio Maggi a Barcellona. Mentre è in cantiere un’altra collaborazione, con un’accademia di Miami, in Florida. “La formazione personale – chiude Mutti – va al di là del tennis. Diventare professionisti richiede impegno, passione ma anche una dose di buona sorte. Diventare uomini attraverso lo sport, invece, è possibile. Ed è quello uno dei nostri obiettivi”.
Ufficio Stampa