dalla nostra inviata a Roma, Roberta Lamagni – foto Getty Images
Per la seconda sfida “veterani vs matricole”, di scena Sara Errani e Christina McHale.
Il palcoscenico è lo stesso, il Pietrangeli, ma l’atmosfera si è incupita. Il sole ha chiesto asilo alle nuvole e un fresco venticello oltre che disturbare le giocatrici, raffredda il pubblico.
La Errani è all’esordio nel torneo, la McHale alla sua seconda prova dopo la vittoria su Karin Knapp.
3 a 0 gli scontri diretti in favore della nostra, ma sempre sudati. Con una prima imbastita da clima e tensione e una seconda ben rodata, il copione è abbozzato: per la nostra è un match a inseguire, nel punteggio da subito (pronti, via 1-3) e negli scambi, come costante. Lenta in risposta, poco reattiva di gambe e di testa, una condizione per lei inusuale. Decine di colpi mal centrati, stecche ed errori gratuiti che la maestrina McHale incassa ringraziando.
Prima partita chiusa per 7-5 dalla più esperta Errani, strappata di grinta e cuore, e una seconda persa sprecando un vantaggio di 5 a 2 – conquistato però senza brillare – e scialacquando ben 5 punti match (5-7). Il numero degli errori scende ma di vincenti nemmeno l’ombra, se non fosse per qualche drop shot tipico del repertorio della romagnola. Quanto ai fondamentali, il rovescio fatica a correre e il diritto tradisce troppo spesso. Ecco perché Sara sceglie una tattica attendista e si affida alla generosa avversaria, n. 54 delle classifiche, promessa americana ma ancora in fase di costruzione. La strategia del lasciar fare, però, non sempre è redditizia. Gesti scomposti, insulti – seppur autorivolti -, occhiattacce alle righe e al coach Lozano in tribuna, anche questo per Sara è un inedito.
Se qualche goccia dal cielo sporca il finale della seconda frazione, il sole torna a splendere per l’ultimo atto. E con la luce sembrano ravvivarsi anche le energie. Una reazione rabbiosa permette a Sarita di spingere sull’acceleratore. La numero 6 del mondo si scrolla di dosso quel che è stato e mette il turbo: piedi rapidi, palle più cariche, niente spazio per indugi o ripensamenti. L’azzurra si porta 5 a 0 e dopo una pausa di assestamento mette fine alla faticosa pratica (6-2).
Superate le 2 ore e 50 minuti, alla nona occasione utile, l’esultanza è moderata: braccia al cielo e applauso al pubblico, che fino all’ultima palla ha gremito il Pallacorda.
“E’ stata una partita incredibile – ha detto Sara – nel secondo set è successo di tutto, ho avuto non so quanti match point e mi sono innervosita perché non riuscivo a chiudere un punto, però lei quando era sotto giocava al meglio”.
Per un secondo turno anche un tennis minimalista poteva bastare. Negli ottavi contro Maria Kirilenko, invece, servirà qualcosa in più. Dalla Errani ce l’aspettiamo, le delusioni non sono ammesse.