di Max Sartori – foto Getty Images
Il segreto del diritto di Verdasco sta tutto nel braccio, forse il più veloce del circuito. Si è parlato molto dei miglioramenti del giocatore; per quanto ne posso dire però, ricordo che il suo diritto fosse tra i più forti e potenti in circolazione.
L’esecuzione di questo fondamentale è piuttosto “canonica”, con un paio di particolarità che caratterizzano e rendono decisamente efficace l’esito finale. Prima fra tutte la distensione del braccio al momento dell’impatto, che ritroviamo anche nella gestualità di un altro noto spagnolo come Rafael Nadal. In secondo luogo l’accompagnamento con la mano, nel suo caso destra, dell’apertura.
La prima immagine dà subito un quadro della situazione: il passo ampio con cui Verdasco si muove ci indica uno scambio veloce. Il giocatore, che proviene dal “suo” angolo di rovescio (essendo mancino), sta cambiando prontamente direzione.
Già nel secondo scatto si nota come il piede sinistro sia completamente a terra. Da quel momento Fernando ha già calcolato dove la palla andrà a battere e di conseguenza la sua distanza. Le due mani girano insieme dal lato del diritto, per aprire. Il gomito destro punta la palla. Tenendo entrambe le mani sulla racchetta in questo modo, lo spagnolo “spezza” il corpo in due movimenti: ruota busto e spalle insieme al bracco che accompagna la racchetta ma la testa rimane ferma, in cerca della palla. L’apertura avviene dall’alto.
La situazione si modifica nella terza foto. Verdasco si è già sbilanciato in avanti, segno che colpirà con il sinistro in appoggio. La racchetta è perfettamente in linea con le spalle ma non va oltre. La testa della racchetta è alta e la mano destra si riconosce all’incirca alla stessa altezza della sinistra. Questo gli permette di girarsi correttamente. L’accompagnamento della mano nell’apertura è totale. Non è azzardato dire che questa preparazione si avvicina molto a un diritto a due mani. Chi prepara bimane è normalmente costretto a un’ottima ricerca di palla. Il motivo è facilmente comprensibile, perché con le mani libere c’è molta più facilità di azione per i piedi, mentre invece, a mani impegnate, le possibilità di movimento sono decisamente più limitate. E’ un’esecuzione difficile da attuare, perché costringe il giocatore a trovare una distanza precisa, ma facilita un migliore impatto, grazie alla marcata rotazione del busto.
Dal centro solitamente Verdasco colpisce “chiuso”, con il piede destro davanti, mentre si “apre” quando gioca dal lato. Come evidenziato dalla quarta immagine però, nonostante ci si trovi al centro del campo, il diritto preso in esame è open, poiché Fernando arriva dall’angolo opposto e si trova quindi in corsa. E’ da notare l’adattamento di questa corsa. Deve essersi reso conto che la palla è più centrale o più corta di quanto avesse pensato e ora si avvia verso il rimbalzo. Il cambio è stato fatto molto velocemente, per andare a colpire in open stance. Il tallone sinistro scende, il gomito punta ancora la palla e la testa è sempre ferma. La mano destra si trova ancora dietro, insieme alla racchetta. Da osservare il buon caricamento sulla gamba destra.
Solamente nel quinto scatto la mano desta assume una diversa posizione, rimanendo sempre dalla parte sinistra del corpo, a voler agire da blocco. Il braccio che colpisce è disteso e il tacco della racchetta guarda la palla. Il piede è a terra e il ginocchio sta caricando per spingere.
Nella foto sei l’impatto è appena avvenuto. Come dicevamo, la velocità del braccio durante l’esecuzione è altissima. Verdasco può giocare “pulito”, e allora tirerà fortissimo, o può imprimere una forte rotazione, e la palla peserà come un macigno. Colpisce spesso dal basso, ma quando è si trova dentro al campo ama picchiare “dritto per dritto”. La mano destra non esce comunque dall’assetto del corpo. Colpisce la palla col braccio disteso, come già sottolineato. In questa fase si sta alzando. Il piede destro crea un blocco insieme al ginocchio per permettergli di passare velocemente con la mano. Così come il braccio e la spalla destra, in linea. La testa si è girata, ma impercettibilmente, solo leggermente verso sinistra.
La chiusura, immortalata negli scatti sette e otto, mostra la mano destra ancora davanti al corpo e il ginocchio fermo per mantenere il blocco. Che si ripropone nel finale, nonostante i piedi siano staccati da terra.