di Daniele Rossi – foto Getty Images
Licenziare il proprio allenatore dopo una sola partita giocata, tentare di cambiare cognome in Sugarpova per ragioni di marketing e infine ritirarsi dagl Us Open. Tutto in sette giorni.
Maria Sharapova, si sa, è diventato prima un personaggio mediatico e poi una giocatrice di tennis. Ogni sua mossa ha un'enorme cassa di risonanza e lei ne è ben consapevole. Andiamo a ripercorrere la folle settimana della russa.
L'ingaggio di Jimmy Connors aveva fatto scalpore, ma aveva anche fatto sorgere molti dubbi su una collaborazione che sembrava avere poco senso, almeno dal punto di vista strettamente tennistico. La 'relazione' è durato lo spazio di un match, quello perso contro Sloane Stephens a Cincinnati. Da 'sono molto felice di questa nuova partnership' si è passati 'non è la scelta giusta in questo momento della mia carriera', in meno di trenta giorni. Il sospetto che fosse una semplice (e discutibile) trovata mediatica è più che legittimo.
Da Sharapova a Sugarpova. Maria aveva intenzione di farsi cambiare il cognome legamente per le due settimane degli Us Open in 'Sugarpova', il brand di caramelle da lei inventato. Organizzatori, addetti ai lavori e semplici appassionati hanno tremato di fronte ad una prospettiva tanto ridicola e pretenziosa. Per fortuna, è tutto finito in una bolla di sapone. "Ci abbiamo provato, ma è troppo complicato", ha dichiarato il suo agente. In realtà è probabile che sapessero fin dal principio che era una cosa impossibile e che questo non fosse un altro semplice pretesto per far parlare di Maria e delle sue caramelle, che per inciso stanno avendo un ottimo successo.
Oggi la bomba. Maria non giocherà gli Us Open a causa di una borsite alla spalla destra. Ma come? Doveva farsi cambiare cognome e adesso neanche gioca? Mah.
L'impressione è che la russa sia in balia di sedicenti esperti di marketing che stanno usando il suo nome in modo assolutamente deleterio. E forse la stessa Maria è in confusione. Del resto dopo la finale persa a Parigi con Serena ha giocato solo tre partite perdendone due. Quel che è peggio che sul campo è apparsa sfiduciata e senza grinta ed erano proprio questi due fattori che spesso l'hanno salvata quando si appalesevano tutti i suoi limiti tecnici e fisici. Adesso si dice che potrebbe tornare al vecchio, ovvero a suo padre Yuri Sharapov, che le ha fatto da coach per almeno un decennio.
Forse sarà un bene. Le ricorderà che il lavoro principale per una tennista è giocare a tennis. Una cosa che Maria sembra essersi dimenticata. La borsite alla spalla destra sembra comunque un infortunio piuttosto serio, che si porta dietro fin da giugno. La speranza di tutti è che ovviamente possa riprendersi il prima possibile e tornare da grande campionessa, come aveva già fatto un paio di anni fa.
Per quanto riguarda gli imminenti Us Open, il forfait della Sharapova è una brutta notizia per il torneo ma buona per il tennis azzurro, visto che Sara Errani potrà usufruire della testa di serie numero 4. La romagnola ha la semifinale dell'anno scorso in scadenza, anche se non si sta avvicinando a New York con il carico di fiducia, visti i deludenti risultati a Cincinnati (battuta al 3° turno dalla Vinci) e New Haven (sconfitta ieri dalla Makarova).
Per la vittoria finale i nomi in pole position sono sempre gli stessi, Serena Williams e Victoria Azarenka, che sembrano aver scavato un profondo solco tra loro e le altre.