La Williams cede il passo alla Kvitova in semifinale a Tokyo e il servizio bomba da 209 km/h non è da guiness. Ma lei può sorridere… di GIORGIO VALLERIS
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di Giorgio Valleris – foto Getty Images

E' finita a un passo dalla finale l'avventura di Venus Williams al Toray Pan Pacific Open di Tokyo. La 33enne americana, dopo una straordinaria cavalcata, si è arresa a Petra Kvitova che si è imposta per 3-6 6-3 7-6(2). La giocatrice ceca se la vedrà contro Angelique Kerber per l'ultimo decisivo atto del torneo giapponese.

La più grande delle sorelle Williams ha raggiunto la semifinale a Tokyo

Oltre alla finale mancata, Venus lascia il paese del Sol Levante con un altro rammarico: quello del record negato: nei quarti contro Eugenie Bouchard, Venus Williams ha messo a segno un ace da record che ha toccato quota 209 km/h, peccato che questo suo incredibile colpo non è stato iscritto nell'albo d'oro dei record…

L'unica "colpa" di Venus è quella di aver messo a segno il servizio che è stato misurato con un equipaggiamento non "ufficiale". In sostanza la venere nera ha sì colpito la battuta più forte del mondo, ma nel torneo giapponese non vengono utilizzate le "pistole" ufficiali Wta per la misurazione della velocità, quindi non valido. Insomma, per colpa di una pistola, il proiettile non è da guiness dei primati…

La più grande delle sorelle Williams può comunque consolarsi: il precedente record è sempre "in famiglia" e appartiene Serena: 207,6 km/h registrato agli US Open 2007. Ma tornando al "presunto" nuovo record, Venus ha dichiarato: "Sto servendo forte in questo torneo come non mi accadeva da prima dell'infortunio alla schiena. Non ho giocato battute così nemmeno agli US Open e questa estate… Non so se è stato un servizio da record, ma se è così spero che venga convalidato".

Ma i motivi per essere ottimisiti superano di gran lunga i rimpianti: il Toray Pan Pacific Open di Tokyo ha restituito al tennis una delle sue migliori interpresti degli ultimi anni. A 33 anni suonati Venus Williams, vincitrice di 7 Slam, sembra tornata quella dei giorni migliori: determinata, letale al servizio e atleticamente competitiva. "Battere una giocatrice di 19 anni come la Bouchard dopo 3 ore è una cosa che non mi aspettavo neanch'io: è stata tutta una questione di forza di volontà e adrenalina…" ha detto lei. Bentornata, Venere.