Da Londra, Marco Caldara – Foto Getty Images
Chi la dura la vince. La frase ideale per riassumere in poche parole la vittoria odierna di Novak Djokovic, che alle Atp World Tour Finals di Londra ha iniziato la sua rincorsa verso la difesa del titolo battendo in tre set Roger Federer, al tappeto, dopo 2 ore e 22 minuti di gioco, con il punteggio di 6-4 6-7 6-2. Nella riedizione della finale del 2012, i due hanno dato vita a un match altalenante, palesando la stanchezza generata da dieci lunghi mesi di fatiche. Alla fine ha vinto il migliore, o per lo meno colui che è riuscito a conservare un po' di benzina per il terzo set, al cospetto di un Federer che, come suo solito di recente, ha giocato troppo a sprazzi. In più frangenti ha dato infatti l'impressione di poter fare di più, e si è costruito anche delle buone occasioni, ma poi le ha sprecate malamente. Dopotutto, se nel corso del 2013 ha battuto solamente due top ten un motivo ci sarà. Così Djokovic ha potuto allungare a diciotto la sua striscia di successi consecutivi post-Us Open, serie positiva che l'ha visto mettere le mani sui trofei di Pechino, Shanghai e Bercy, e dare alla sua amata Serbia due punti fondamentali nella semifinale di Coppa Davis contro il Canada.
Perso il primo set per 6-4 dopo il break pagato nel decimo gioco a causa di quattro brutti errori con il diritto, Federer ha messo per primo la testa avanti nel secondo parziale, risalendo da 40-0 nel quinto game e strappando ai vantaggi la battuta al rivale. L'ha riconsegnata con due doppi falli, ma ha nuovamente allungato nel gioco seguente. Sembrava fatta, ma sul 5-4 (dopo aver mancato un set-point) lo svizzero si è lasciato riprendere per la seconda volta. Tuttavia, nel tie-break l'ha fatta da padrone sin dall'inizio, trovando sul 2-2 un grandissimo punto (attacco in back, un paio di buone volèe e la successiva chiusura) che gli ha spianato la strada verso il 7-2. Pur riuscendo a pareggiare i conti, però, l'ex numero uno del mondo non ha mai dato l'impressione di poter battere Djokovic, non brillantissimo ma meno falloso, e forse pure più furbo. Tanto che nella partita finale, approfittando di un game disastroso di Federer (che ha dato il 100% per incamerare il secondo set, trovandosi poi scarico nel 'decider'), il serbo è scappato subito sul 2-0 e ha poi trovato un nuovo break sul 3-1, archiviando la pratica molto velocemente.
Con la vittoria odierna, Djokovic si porta al comando del Gruppo B, grazie a un saldo fra i game vinti e quelli persi (18-13, + 5) migliore di un gioco rispetto a quello di Del Potro (19-15, + 4), a segno nella serata di ieri su Richard Gasquet, con il punteggio di 6-7 6-3 7-5. Per lo stesso motivo, quindi, a Roger spetta l'ultima piazza, ma è ovviamente ancora troppo presto per fare previsioni.