Al termine di una rincorsa lunga 10 anni, la società vicentina ha finalmente conquistato lo scudetto. Chiusa 4-0 la finale contro il CC Aniene, grazie alle vittorie di Crugnola, Seppi, Huta Galung e Lorenzi… Da Rovereto, MARCO CALDARA

Da Rovereto, Marco Caldara Foto Antonio Costantini

 

Il passante incrociato di Cipolla che muore sul nastro, Lorenzi quasi incredulo di avercela fatta e il capitano Marco Fioravanzo con le braccia al cielo. E poi ancora l'invasione di campo dei tifosi, al grido di "siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi", le magliette celebrative e i gavettoni negli spogliatoi. Sono queste le ultime cartoline del 2013 tennistico, provenienti da Rovereto, capitale nazionale della racchetta per la tre giorni riservata alle finali di Serie A1. Dopo la festa di ieri del Tennis Club Prato, a segno fra le donne, oggi è toccato alla Società Tennis Bassano conquistare il tanto atteso scudetto tricolore, grazie al 4-0 ottenuto ai danni dei rivali del Circolo Canottieri Aniene, vincitori del titolo nel 2010. Dopo il 2-0 della prima giornata, a chiudere i conti ci hanno pensato la new entry Jesse Huta Galung e il veterano Paolo Lorenzi, sostenuti a gran voce dal primo all'ultimo punto dei calorosissimi tifosi bassanesi, giunti in massa ad applaudire il successo dei propri beniamini. Il top 100 olandese ha sconfitto un ottimo Simone Vagnozzi con il punteggio di 7-6 6-3, chiudendo con 17 ace e ben 35 colpi vincenti. Vinto in un delicato tie-break un primo parziale apertissimo, il talentoso tennista di Haarlem ha perso per la prima volta il servizio in apertura di secondo, contro un Vagnozzi arrembante e in grado di arrivare su ogni palla. Ma quando sembrava che il match potesse girare, Huta Galung ha capito che per vincere aveva bisogno di fare qualcosa in più, e ha alzato notevolmente il proprio livello di gioco, inserendo una marcia insostenibile per l’ascolano. In un batter d’occhio lo 0-3 si è trasformato in un 3-3, e quindi nel 6-3 che è valso all’olandese il successo, timbrato con una bordata lungolinea di rovescio degna del miglior Gasquet.

 

Molto diversa, invece, la vittoria di Lorenzi, che spinto dal coro “che giocatore, Paolino che giocatore” intonato dai suoi sostenitori ha sconfitto Flavio Cipolla al fotofinish, chiudendo con il punteggio di 6-1 6-7 7-6. Malgrado la prima di servizio al 70% per un problema alla spalla, il senese ha giocato un ottimo match, basato su regolarità e puntuali discese a rete, passanti e soluzioni di fino. Un mix fatale per un Cipolla irriconoscibile sino al 6-1 4-1, quando ha trovato il suo tennis, trasformando in una battaglia serrata un match sino a quel momento a senso unico. Recuperata la parità con un parziale di tre giochi a zero, Flavio ha poi beffato Lorenzi nel successivo tie-break, chiuso per 7 punti a 5. Tuttavia, non è comunque riuscito nel tentativo di tenere a galla i suoi, e la sua reazione ha solo tardato di poco più di un'ora la festa dei veneti. Nel set decisivo, infatti, Lorenzi ha recuperato prima un break di svantaggio e poi ha salvato tre palle-break sul 5-5 (l'ultima con un passante incrociato sullo smash di Cipolla), andando a spuntarla per 7 punti a 3 dopo 2 ore e 36 minuti. A Cipolla il merito di averle provate tutte, lottando allo strenuo su ogni punto, ma fermare questo Bassano era un’impresa titanica, e anche un team affiatato come quello del presidente Giovanni Malagò è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Piacevole che a firmare il punto scudetto sia stato proprio Lorenzi, autentica bandiera della formazione. A Bassano hanno scommesso su di lui quando ancora navigava lontano dal tennis di vertice, e il senese ha ripagato con una crescita impensabile che l’ha reso l’uomo in più del club, anche grazie al suo status di elemento del vivaio.

 

Fra le quindici formazioni del campionato, quella veneta è l’unica al decimo anno consecutivo nella massima serie: una cavalcata partita nel 2004, quando da neopromossi arrivarono sino alla final four di Cordenons, e proseguita con alterne fortune sino ad oggi, con l’apice raggiunto grazie alla finale del 2009. A Bra persero contro la corazzata Capri Sports Academy, mentre ora tocca a loro festeggiare il tricolore, al termine di un inseguimento durato dieci anni. Due lustri in cui si sono migliorati costantemente, investendo sia in termini di impegno sia a livello economico, tanto da diventare l’unica formazione in grado di schierare tre top cento nel 2013 (Seppi, Huta Galung e Lorenzi), e potersi addirittura permettere di tener fuori da una finale scudetto un giocatore del calibro di Alessio Di Mauro, escluso a favore di Marco Crugnola. Il merito principale è di una dirigenza dalle idee ben chiare e dei capitani Moretto e Fioravanzo, capaci di portare sul tetto d’Italia una piccola realtà di provincia, di un paese da 47 chilometri quadrati nel cuore del Veneto, sulle rive del Brenta, incastonato tra le provincie di Vicenza, Padova e Treviso. Da sempre disputano la Serie A1 in due palloni pressostatici separati, e si battono col comune per avere una struttura più adeguata al massimo campionato nazionale. L’autorizzazione per la realizzazione di un nuovo impianto non è mai arrivata, ma i vicentini non si sono persi d’animo, dimostrando sul campo di meritarsela più di chiunque altro. Chissà che l’amministrazione comunale, ora, non ci faccia un pensierino. Per loro sarebbe una vittoria importantissima, per dare ancor più dignità a un progetto ammirevole e premiare un gruppo di aficionados che han fatto del club un’autentica ragione di vita, crescendo con le maglie giallorosse e le trombette in mano. E ora che c'è uno scudetto da difendere, l'entusiasmo è destinato ad aumentare sempre di più. Il meglio, forse, deve ancora venire…

 

Società Tennis Bassano 4-0 Circolo Canottieri Aniene
Marco Crugnola (B) b. Vincenzo Santopadre (A) 6-4 6-4
Andreas Seppi (B) b. Potito Starace (A) 5-7 7-6 6-3
Jesse Huta Galung (B) b. Simone Vagnozzi (A) 7-6 6-3
Paolo Lorenzi (B) b. Flavio Cipolla (A) 6-1 6-7 7-6