Un campione di Wimbledon a Bergamo. E in carica, per giunta. Ok, si parla del torneo junior, ma la presenza di Gianluigi Quinzi al Trofeo Perrel-Faip è una notizia che riempie di gioia tutti gli appassionati. Dopo quasi due anni, quando vinse il Trofeo Bonfiglio, “GQ” tornerà a giocare in Lombardia grazie a una wild card ufficializzata nella giornata di lunedì.
E’ un colpo straordinario per tutti: per il torneo, che aumenterà a dismisura l’attenzione (ricordate il tutto esaurito a San Marino per Quinzi-Volandri?), per il tennis italiano e per lo stesso Quinzi. Dopo una prima parte di carriera principalmente incentrata sulla terra rossa, la scelta di partire da Bergamo certifica un deciso cambiamento di rotta, l’ambizione a diventare forte su tutte le superfici.
La presenza di Quinzi porta a sette la presenza di tennisti italiani in tabellone: ai cinque ammessi di diritto in tabellone (Matteo Viola, Flavio Cipolla, Marco Cecchinato, Andrea Arnaboldi e Lorenzo Giustino), si era già aggiunta la wild card al davisman azzurro Simone Bolelli. Se aggiungiamo i big stranieri iscritti (Dustin Brown, Andreas Beck e Ricardas Berankis, giusto per citarne alcuni), potrebbe addirittura essere la migliore edizione di un torneo con otto anni di gloria alle spalle. Senza contare che agli organizzatori restano in mano altre due wild card, che potrebbero rendere ancora più appetitoso il parco giocatori.
L’ingaggio di Gianluigi Quinzi è un gran colpo, poiché il baby azzurro (compirà 18 anni il 1 febbraio) aveva pianificato di iniziare la stagione fuori dall’Europa. Ma le ambizioni di Bergamo, la possibilità di giocare su un campo veloce e davanti a un pubblico già pronto ad adottarlo, ha convinto lui e il suo staff ad accettare la wild card proposta dalla Olme Sport. Quinzi è da molti considerato il “Messia” del tennis italiano. Un tennis italiano che non ha un top-10 da 35 anni e che questa settimana è tornato per la prima volta tra i primi 15 grazie a Fabio Fognini. Un talento straordinario, con un passato importante e da predestinato.
Non era mai successo che l’Italia avesse un giovane così precoce e costante. Ad appena otto anni di età fu notato da Nick Bollettieri, che gli ha offerto una borsa di studio nella sua accademia di Bradenton, in Florida. “Di solito preferisco i ragazzi dell’est rispetto agli italiani, ma a questo ragazzo voglio dare una chance” disse il mitico Nick. La fiducia è stata ripagata: ad appena 13 anni era già nelle classifiche riservate agli Under 18, scalate fino a raggiungere la prima posizione lo scorso anno in virtù di una serie impressionante di vittorie.
I successi in campo giovanile non si contano: basti ricordare il contributo dato all’Italia nella vittoria in Davis Cup junior, il trionfo al Trofeo Bonfiglio e la straordinaria vittoria a Wimbledon Junior, 26 anni dopo Diego Nargiso. Un successo che lo ha portato alla ribalta nazionale: troupe televisive nella sua Porto San Giorgio, interviste con i media mainstream…eppure GQ (gli acronimi, si sa, vengono utilizzati solo per i fenomeni) è rimasto con i piedi piantati per terra e la testa dentro il carrarmato.
Dopo Wimbledon, ha intensificato l’attività professionistica e ha giocato diversi tornei challenger, conquistando il suo primo quarto di finale a Porto Alegre e la prima semifinale a Guayaquil, giocando alla pari con tennisti di ottimo livello. Questi risultati lo hanno portato intorno al numero 300 (oggi è n. 326), davanti anche all’australiano Thanasi Kokkinakis, recente protagonista all’Australian Open. Seguito dal coach argentino Eduardo Medica, sotto la supervisione di Eduardo Infantino, Quinzi inizierà una stagione delicata ed importante dal PalaNorda di Bergamo. L’interesse è già spasmodico.
Ufficio Stampa