di Giorgio Valleris
L'albo doro recita: Roger Federer, titoli (fin qui) vinti in carriera 78, John McEnroe, 77. Con la vittoria nella finale di Dubai, Roger ha superato l'ex super moccioso nella classifica dei trofei alzati in carriera. Inoltre, il successo di sabato in finale contro Berdych ha anche certificato che il campione elvetico vince almeno un titolo all'anno ininterrottamente da 14 stagioni.
Certo, davanti a Federer ci sono ancora "mostri sacri" della racchetta come Ivan Lendl a quota 94 titoli e l'eterno Jimmy Connors addirittura a 109. Lontani, forse irraggungibili per il 17 volte campione Slam che però non sembra badare troppo a questi numeri. Per lui – come ha dichiarato a fine partita – l'importante adesso è sentirsi bene fisicamente così da sapere di poter essere competitivo ad alti livelli, contro chiunque.
Ma record a parte, il sorpasso sull'ex campione americano rappresenta anche una piccola vendetta per il 32enne di Basilea. Alla vigilia degli Us Open 2013, John Mc aveva dichiarato: "... Potrebbero anche verificarsi le condizioni per cui Roger possa ancora raggiungere una finale come fece Agassi a 35 anni, ma sarà abbastanza difficile per lui vincere ancora".
Certo, non aveva tutti i torti dal momento che si trovava a commentare il Federer versione 2013, stagione in cui lo svizzero ha fativcato non poco sia per problemi fisici che per errori suoi. Oggi però, Roger sembra un altro giocatore rispetto a quello della passata stagione, meglio anche di quello in netta ripresa visto al Master di Londra e a Parigi Bercy. Sarà la cura Edberg e quella ritrovata vena offensiva o forse una maggior fiducia nella propria tenuta atletica, ma Federer non sembra proprio intenzionato a fermarsi a quota 78 titoli. Lendl e Connors possono stare tranquilli e McEnroe, al massimo, dovrà rimangiarsi il giudizio dato. Noi, intanto, ci gustiamo un campione tornato su grandissimi livelli. Durerà? Ai posteri l'ardua sentenza…