di Roberto Bonigolo
Protagonisti vecchi e nuovi per questo Futures all’ATA Battisti di Trento (F3) rispetto a quello della settimana precedente a Rovereto. Il montepremi nell’occasione è aumentato da 10.000 a 15.000 $, ma sostanzialmente il seeding era quasi in fotocopia almeno in termini di ranking, con la prima testa di serie n. 302 ATP (il croato Mektic) all’ATA Battisti e n. 312 (l’azzurro Bellotti) a Rovereto e un cut-off rispettivamente al numero 682 (Trento) e 665 (Rovereto).
Qui, a Trento, erano 14 gli italiani in gara con 4 teste di serie: Stefano Travaglia (vice favorito e n. 305 ATP), Matteo Trevisan (n. 308), Riccardo Bellotti (314) e Salvatore Caruso (348). Storie ben diverse rispetto a Rovereto in quanto ad exploit dei nostri portacolori che qui non sono riusciti a bissare il successo precedente, ma non hanno centrato neppure la finale. La cronaca parla di 4 azzurri approdati nei quarti di finale (Trevisan e Basso nella parte alta del tabellone e Bellotti e Leonardi in quella inferiore), con il solo Bellotti presente in semifinale, dopo l’estromissione al primo turno del vice favorito Travaglia.
Questo è quanto.Così al penultimo turno la parte alta del tabellone prevedeva lo scontro tra il croato Nikola Mektic e il tedesco Moritz Baumann (rispettivamente vincitori sui nostri portacolori Andrea Basso e Matteo Trevisan)e quella inferiore presentava il nostro Riccardo Bellotti (unico azzurro rimasto in gara, come detto, e qui purtroppo stoppato) opposto al ceco Roman Jebavy.Una finale tutta straniera tra la prima testa di serieNikola Mektic, un 25enne n. 302 ATP, e il ceco Roman Jebavy confermava i pronostici della vigilia e premiava meritatamente il favorito del seeding al termine della terza frazione di gioco incamerata per 6/1.
Poca gloria per i nostri portacolori anche nel tabellone di doppiocon l’alloro conquistato dal duo Krawietz/Martin (GER/FRA) sulla coppia Koniusz/Volante (POL/ITA) al termine di due veloci frazioni di gioco. Supervisor della manifestazione Pier Luigi Grana con direttore di torneo lo stesso presidente del club Renzo Monegaglia (“la gratificazione sta nel fare, non nei risultati”) che ha avuto modo di festeggiare nel migliore dei modi la decima edizione della kermesse, pur venendo a mancare la ciliegina sulla torta di un successo azzurro.