di Giorgio Valleris
Quando hai 2,5 milioni di followers, basta una parola, o meglio un cinguettio, per scatenare un putiferio. Non servono nemmeno tutti i 140 caratteri a disposizione nel celebre social network, basta una parola. E nello specifico il termine è "boring", noioso.
In attesa dell'aereo che lo avrebbe dovuto accompagnare a Parigi e che ha tardato parecchio per alcuni inconvenietni, Andy Murray ha deciso di chattare un po' con i suoi tanti followers che lo serguono on line. E lo ha fatto con l'hashtag #herewegonextplane Alla domanda: 'come ti definiresti in una parola?' lo scozzese vincitore di Wimbledon 2013 ha scritto proprio così, noioso. D'accordo che il momento non è dei migliori per Andy che, dopo l'operazione alla schiena dell'autunno scorso al termine degli Us Open ha faticato non poco a ritrovare una condizione accettabile, ma la dichiarazione è sembrata fin troppo pessimista".
Il rapporto dello scozzese con i voli è particolare. Lo scorso anno, di questi tempi, Andy chiese un passaggio a Tsonga che aveva noleggiato un volo privato per andare da Madrid a Roma per gli Internazionali d'Italia. Allora Murray ammise: "E' la prima volta che prendo un volo privato. E' un lusso, ma in certi tornei e in certe circostanze può essere utile per essere in un posto il prima possibile così da avere il tempo di recuperare…".
E sempre a proposito di aerei, ecco un altro tweet. Quando un follower chiamato 'Not Roger Federer' chiede a Murray come si stia a viaggiare con altri passeggeri mentre Federer vola sempre in privato, lui risponde: "Non ve lo consiglio: i Reali dovrebbero sempre viaggiare su voli privati". E infine un'altra domanda: un altro chiede al campione di Dunblane se pensa di poter vincere il premio 'Personalità sportiva dell'anno' . E lui, proseguendo con lo stile sarcastico dei tweet precedenti: "Non ho mai pensato di vincere nulla con la parola 'personalità' all'interno del nome…"