da Parigi, Alessandro Nizegorodcew (Foto Ray Giubilo)
La giornata inizia più tardi del previsto, dovendo scrivere per alcuni lavori extra Roland Garros. Arrivo al circolo mentre una papera passeggia beatamente con i piccoli sul marciapiede che porta all'impianto. Intanto Flavia Pennetta si incarta totalmente e finisce per perdere 6-2 al terzo da Johanna Larsson. Nonostante ciò la chance (dipenderà dai risultati delle altre, soprattutto Ivanovic) di arrivare al numero 10 dopo Parigi è ancora viva.
Mi dirigo al ristorante con Marco Mazzoni. La grigliata di carne, meno generosa degli scorsi anni in termini di quantità, non è affatto male ma la fame rimane. Mangiando la macedonia ci accorgiamo che la Muguruza ha vinto 6-2 il primo set con Serena Williams. Il match è sul Suzanne Lenglen (esattamente sopra al ristorante dei giornalisti) e decidiamo di andare a seguire il secondo parziale. Garbine tira catenate al centro e, appena Serena accorcia, chiude il punto con il vincente. Il servizio funziona e la risposta, forse, ancor di più. Il talento della iberico-venezuelana (che deciderà in autunno se Garbine Muguruza e Serena Williamsdifendere i colori della Spagna o del paese materno) è acclarato da anni, ma il match di oggi la porta finalmente nel gotha del tennis. A tratti esaltanti i colpi di Garbine, che prende letteralmente a pallate la numero 1 del mondo. La domanda è la solita? Quanti meriti di una e demeriti dell'altra? Mi sbilancio: 70% meriti Garbine, 30% demeriti Serenona. A fine match, dopo il clamoroso (al Lenglen, altro che Cibali!) 6-2 6-2, la Williams ha avvicinato la Muguruza dicendole: «Se continui a giocare così vinci il torneo». L'augurio è che sia una frase sincera e non una gufata! Al prossimo turno intanto bella sfida con Anna Karolina Schmiedlova, ragazza slovacca molto interessante e dal tennis brillante che ha superato in tre set Venus, portando ancor più conforto alla famiglia Williams. Formidabile Muguruza!
Milos RaonicPrima di seguire la conferenza stampa, imperdibile, di Garbine, è il momento di andare a vedere qualche punto di Vesely-Raonic sul campo 3. Insieme a Marco mi dirigo dalla parte opposta del circolo (rispetto al Lenglen) dove il ceco sta per servire per il primo set. Arriva subito il break mentre ci sediamo davanti a Piatti e Ljubicic. «Ljubo» incita Milos in croato, mentre il canadese porta casa un gran primo set, molto equilibrato, al tiebreak. Nel secondo Vesely scappa avanti di un break (vincerà facilmente Raonic 7-6 6-4 6-1), ma io vado a seguire la conferenza stampa della protagonista di giornata.
Ovviamente si parla di «vittoria più importante della carriera» per una ragazza che ha iniziato a giocare a tennis in Venezuela grazie al fratello. Si allena in Spagna anche se si definisce «russa» dal punto di vista del gioco. Il suo idolo è Martina Hingis, mentre da piccola seguiva le gesta della tennista del suo paese Maria Alejandra Vento. Si sapeva che sarebbe definitivamente esplosa da un momento all'altro, ma probabilmente ha scelto il match giusto nel torneo ideale.
Fa piuttosto freddo e decido di mettermi a scrivere in sala stampa seguendo un po' di match sugli schermi dei desk. Spicca, tra tutti, il talento di Taylor Townsend, giovane statunitense dal diritto impressionante e dal fisico decisamente poco atletico. Sovrappeso è probabilmente un eufemismo, ma come gioca questa qui a tennis! A volte tira il diritto che sembra Camporese (mancino e donna)!