Dopo la storica vittoria in doppio agli Australian Open, ecco cosa hanno raccontato Fabio Fognini e Simone Bolelli a caldo dopo match …

Foto Ray Giubilo

 

– Volevo sapere visto che la coppa è una sola chi la tiene per primo?

Simone: "Non lo so domani mettono i nomi, ci faranno una foto e poi vediamo…. (ridono nd.r.). Comunque abbiamo fatto una grande cosa e i nostri nomi saranno scritti su quella coppa, sicuramente non ci aspettavamo di fare un'impresa del genere".

 

– Come e’ nata la vostra “coppia” di doppio? Vi siete persi e ripresi spesso anche per via degli  infortuni…

Simone: "Abbiamo fatto finale ai challenger ma abbiamo fatto semifinale a Roma e semifinale l’anno dopo a Us Open. Anche l’anno scorso abbiamo giocato solo gli Slam e la Davis perché ci sono stati degli stop dovuti agli infortuni".

 

-Chi ha chiesto all’altro di giocare il doppio insieme?

Simone: "Boh non mi ricordo come sia nata la cosa. Alla fine siamo amici fuori dal campo. Io per un po’ ho giocato con Andreas per affinità di programmazione sul cemento poi mi sono avvicinato a Fabio e si è creata un'affinità ottima sia in campo che da amici fuori dal campo".

 

– "Minchia abbiamo vinto uno Slam" non l’avevo mai sentito dire…

Fabio: "Veramente ho detto cazzo abbiamo vinto uno Slam. (ridono n.d.r.)".  Beh dai questa volta si può dire, ce lo meritiamo almeno questa volta. Almeno oggi qualcosa di positivo penso che lo abbiamo fatto".

 

– Positivo anche il discorso dell’arbitro, vero Fabio? 

"L’arbitro ha sbagliato e poi ha riconosciuto di aver sbagliato e questo è positivo, insomma l'ho apprezzato molto".

 

– Tra vincere uno Slam come questo e vincere un torneo in singolare che differenza c’è…

Simone: Boh io non ho mai vinto un torneo atp, comunque è sempre una vittoria di uno Slam, anche se è doppio e non singolo".

Fabio: Vincere un Grande Slam non succede tutti gli anni. Io ho vinto un torneo abbastanza grande e gli altri erano tornei Atp ma lo Slam è lo Slam. Ma sicuramente vincere uno Slam anche se di doppio è più importante che vincere un torneo normale".

 

– Le doppiste che hanno vinto non avevano mai giocato insieme prima di Melbourne. Noi sosteniamo da sempre che sia importante avere schemi e tattica in campo ma non è che invece basta che ci sia una forte complicità con il proprio compagno? Qual è la chiave del vostro successo?

Simone: Sicuramente tra noi c’è una forte complicità in campo, ci compensiamo e ci sosteniamo a vicenda. Io sono più solido da fondo e invece Fabio chiude molto a rete.  E’ molto importante essere affiatati e lo siamo anche fuori dal campo. Anche tecnicamente ci completiamo. Sicuramente l’affiatamento che abbiamo fuori dal campo ci aiuta molto in questo senso. Quando io sono giù Fabio  mi tira su di morale e viceversa.

 

– Nel loro caso il punto debole era il ragazzino, quello più giovane che ha commesso un paio di doppi falli nei momenti cruciali.

Simone: Beh noi eravamo nervosi ma sicuramente lo erano anche loro e Herbert è sicuramente quello che meno esperienza di noi ed è il più giovane dei 4 e avrà giocato meno partite importanti di noi. Herbert ha iniziato molto bene ma poi credo che i doppi falli siano stati cruciali per l’esito del primo set.

 

– Qual è la parola chiave per questa vostra vittoria? La vittoria dell’amicizia, della solidità del vostro gruppo.

Simone: Una vittoria dell’amicizia, una vittoria che non saprei come dire, UNA VITTORIA, UNA GRANDE VITTORIA. Poi abbiamo una forte amicizia anche fuori dal campo, anche le nostre compagne e i nostri genitori si sentono, insomma c’è una forte amicizia e questo credo aiuti molto.

 

– E’ come è stato l’avvicinamento alla finale di Slam?

Simone:  Sicuramente oggi la tensione è stata tanta, poi giocare così tardi ti ammazza perché le energie nervoso sono tutto il giorno lì concentrate ad aspettare quel momento e questo è logorante. Giocare così tardi ti ammazza a livello nervoso, passi tutta la giornata a pensare che la sera hai la finale. Fortunatamente siamo riusciti a vincere e ottenere questo grande risultato.

 

– L’anno scorso Wawrinka ha detto che dopo la vittoria sarebbe andato ad ubriacarsi, voi cosa fate?

Fabio e Simone: Anche noi. Faremo di tutto  anche noi. (ridono nd.r.)

 

– Gli allenatori visto che sono diversi, cosa fate in questa situazione?

Simone: Quando siamo in doppio siamo tutti un team. Diventa un team unico e  cercano di dirci come impostare la partita".

 

– Oggi cosa vi hanno detto?

Simone: Beh sapevamo che servivano bene, quindi l’importante era rispondere bene e farli giocare sul loro game di servizio. Siamo stati molto lucidi, molto freddi e abbiamo servito bene.

Ci sono tante emozioni da gestire in una partita così e noi ci siamo riusciti, è una grande soddisfazione.

 

– E’ pesante giocare singolo e doppio in uno Slam?

"Sicuramente si spendono più energie pero’ quest’anno faremo lo sforzo di giocare il doppio perché abbiamo vinto gli Australian Open e quindi giocheremo il doppio ai tornei principali per guadagnarci un posto al Masters finale".

 

– Fabio hai già sentito Flavia dopo la vittoria?

Fabio: "Sì ho già sentito Flavia, i miei e i suoi. Ho sentito tutti".

Simone: "Volevo ringraziare il centro tecnico di Tirrenia, a tutti fisioterapisti che  mi  hanno aiutato a recuperare dall’infortunio del 2013. Ai miei e a tutti i miei amici. Insomma adesso sono nei 50 in singolo e ho vinto gli Australian Open di doppio e questo l odevo a tutte le perosne che mi sono state vicine".

 

– Simone lo sponsor con il teschio ce l’hai tutto l’anno?

"Sì tutto l'anno".

 

– Simone, un aggettivo che definisce Fabio e uno che definisce te?

"Fabio direi unico perché nel suo modo di giocare  riesce a tirare fuori cose pazzesca., la facilità con cui gioca, con cui si muove, è un grande giocatore che può giocare su tutte le superfici e non ha niente da invidiare a nessuno. Fa dei punti pazzeschi.

 

– Fabio, un aggettivo che definisca Simone? E adesso sono in difficoltà… (ride n.d.r.)

Simone è molto potente, quando colpisce da fermo ha una potenza incredibile.  Io lo sapevo che si sarebbe ripreso e che sarebbe tornato ai suoi livelli. E’ tornato di nuovo nei primi 50, è da ammirare, e ha sudato tutto quello che ha. Ci meritiamo un bravi, perché anche quando le cose vanno male restiamo lì, e proviamo continuamente a migliorarci. E’ un amico vero, a cui dico tutto dentro e fuori dal campo. Sono contento di aver vissuto questa gioia con lui".

 

– Fabio hai ringraziato tutti sponsor, organizzazioni ecc… ma neanche un accenno a Flavia come mai?

"Flavia è la prima persona che ho chiamato e insieme ai miei genitori è la figura più importante e che mi conosce bene con la B maiuscola. Penso comunque di aver molto da imparare perché siamo due persone diverse sotto quest’aspetto ma comunque sto bene, sono felice e sono in salute quindi spero di poter dare ancora tanto a questo sport".