foto Antonio Milesi
Termina al primo turno anche l'avventura di Andrea Arnaboldi, ultimo italiano in gara al Trofeo FAIP-Perrel. Il canturino ha giocato un match generoso contro un avversario in gran forma, l'ucraino Illya Marchenko. Al di là della classifica (n. 136), Marchenko sta esprimendo un tennis che vale tranquillamente i top-100. Già vincitore del challenger di Brescia lo scorso novembre, è partito forte anche nel 2015, qualificandosi per l'Australian Open e il recente torneo ATP di Zagabria.
Marchenko è partito fortissimo, aggredendo l'azzurro sin dalla prima palla. Arnaboldi faceva una gran fatica a tenere i suoi turni di servizio e inevitabilmente cedeva il set in meno di mezz'ora. Più equilibrio nel secondo: Marchenko aveva un piccolo calo e l'azzurro provava ad approfittarne. Trovava un break che avrebbe potuto girare la partita (3-2 e servizio) ma si distraeva e concedeva l'immediato controbreak. Il match era di ottimo livello, tattico ma giocato su ritmi elevati. Arnaboldi reggeva l'urto fino al 5-5, quando si procurava una palla break dopo aver rimontato da 40-0. Marchenko la cancellava con la combinazione servizio-dritto e chiudeva al game successivo, strappando il servizio all'azzurro per la quarta volta.
Per la prima volta in dieci edizioni, tutti gli italiani escono al primo turno. Va detto che quest'anno la partecipazione non era troppo nutrita (erano in 4, l'anno scorso in 11) e che hanno avuto sorteggi molto complicati. In particolare, Arnaboldi e Marcora hanno pescato due avversari accreditati addirittura per il successo finale.
Un milanista in paradiso. Quando ha tirato l'ultimo dritto vincente, Konstantin Kravchuk ha lanciato un grido e ha preso a saltellare come un canguro. A quasi 30 anni (li compirà tra una decina di giorni) sa ancora entusiasmarsi come un ragazzino. Il russo ha causato una gran sorpresa al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo. Con il punteggio di 6-3 7-6 ha battuto Andreas Beck, testa di serie numero 1, ed è diventato il personaggio del giorno.
Konstantin ha un curioso legame con il nostro paese: tifa Milan, fortissimamente Milan. Ma com'è possibile, visto che viene dalla Russia? “Facile: mi è sempre piaciuto guardare il calcio, sin da piccolo. Quando ero bambino sono cresciuto guardando le partite del Milan, era la generazione dei Gullit e dei Van Basten. Da allora, ogni volta che è possibile lo seguo con passione. Anche oggi che sta attraversando un momento difficile, ma in fondo è la vita”. La stessa vita che da dieci anni lo tiene attaccato al tennis, pur senza grandi risultati.
A Bergamo ha mostrato un tennis solido, completo in ogni zona del campo, perfetto per disinnescare l'artiglieria di Andreas Beck, che pure si trova a meraviglia sul Play-It. Un break nel primo set e un paio di grandi giocate nel tie-break (eccezionale un dritto incrociato sul 5-5) gli sono bastati per acciuffare gli ottavi, dove se la vedrà con un altro tedesco, Daniel Brands. “Bergamo è un torneo molto competitivo, sono tutti forti. Conosco Andreas sin da quando eravamo junior. L'anno scorso ci eravamo affrontati proprio a Bergamo e aveva vinto lui. Il suo tipo di gioco, dunque, non è stato una sorpresa per me. La chiave? Sono rimasto sempre concentrato e ho provato a vincere tutti i punti”.
Ciò che affascina, nei giocatori come Kravchuk, è l'immutata passione dopo una lunga carriera ai margini del grande tennis. Magari vanno in pari con le spese, però continuano a macinare chilometri in cerca di soddisfazioni. “In effetti per me è già un lungo viaggio – racconta il moscovita – vado in giro da 10 anni ma mi piace molto giocare e viaggiare. Perchè lo faccio? Sono convinto di poter ottenere qualcosa di più rispetto a quello che ho già avuto. Ho degli obiettivi ben precisi: entrare nei top-150 entro metà anno e poi acciuffare i primi 100. Dopodichè, vorrei restarci fino al mio ultimo giorno da professionista. Mi piacerebbe imitare il dominicato Victor Estrella, che ha cinque anni più di me e ha appena vinto il suo primo titolo ATP”.
Kravchuk viene da un paese, la Russia, che negli ultimi 20 anni ha sfornato tanti ottimi giocatori ma oggi è un po' in crisi, tanto da retrocedere nella Serie B di Coppa Davis. A marzo sfideranno la Danimarca. “Io ci sarò, siamo favoriti perchè loro non hanno grandi giocatori. E' vero, in questo momento siamo un po' in difficoltà, ma c'è una nuova generazione che sta venendo su bene. Penso ad Andrey Rublev, numero 1 junior l'anno scorso, a Karen Kachanov e a Roman Safiullin, recente vincitore dell'Australian Open junior. Hanno avuto qualche difficoltà nei primi tornei da professionisti, ma credo che entro un paio d'anni entreranno tra i top-100 e la Russia tornerà nel World Group. Ovviamente cercheremo di riuscirci prima!”.
Il tennis russo ha una tradizione importante, ma sta attraversando un momento difficile, soprattutto sul piano economico: secondo il presidente federale Shamil Tarpischev, hanno un budget di appena 8 milioni di dollari. L'invasione del Kazakistan, che ha comprato i migliori giocatori, ha reso la situazione ancor più complicata. E' interessante conoscere l'opinione di un giocatore che ha vissuto da vicino la perdita dei vari Kukushkin, Golubev e Korolev. “Se un giocatore non viene particolarmente aiutato dalla sua nazione, l'offerta del Kazakistan è una bella chance per proseguire la carriera. Ottengono i finanziamenti necessari per attività, allenamenti e tutto il resto. I miei colleghi hanno accettato perchè in quel momento la Russia non poteva aiutarli”.
E se il Kazakistan avesse bussato anche alla porta di Kravchuk? “Lo ammetto, avrei accettato. Tuttavia amo molto giocare per il mio paese. In questo momento la Russia sta cercando di darci una mano, poi gioco in Coppa Davis che è sempre stato il mio sogno. Devo dire dopo l'arrivo del Kazakistan la situazione in Russia è un po' cambiata, siamo più seguiti, ma il Kazakistan può comunque pagare di più”.
Nel frattempo, è approdato ai quarti Benoit Paire, tra i più attesi del torneo. L'ex top-25 ha vinto una lunga battaglia contro Ilija Bozoljac. Oltre che con l'avversario, Paire ha dovuto combattere con se stesso e un po' di nervosismo. A un certo punto se l'è presa con arbitro, pubblico e persino incordatori. Ma la sua classe superiore è emersa alla distanza contro un avversario sempre pittoresco per i vistosi occhiali e il dritto a due mani. Paire ha regalato al pubblico uno splendido quarto di finale contro Farrukh Dustov, che in mattinata aveva contenuto gli ardori di Maxime Authom. Sarà un match degno di un torneo ATP.
TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (42.500€, Play-It)
Primo Turno Singolare
Illya Marchenko (UCR) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 6-3 7-5
Konstantin Kravchuk (RUS) b. Andreas Beck (GER) 6-3 7-6(5)
Secondo Turno Singolare
Farrukh Dustov (UZB) b. Maxime Authom (BEL) 7-6(0) 6-3
Jurgen Zopp (EST) b. Philipp Petzschner (GER) 6-3 6-2
Aleksandr Nedovyesov (KAZ) b. Frank Dancevic (CAN) 7-6(2) 6-3
Benoit Paire (FRA) b. Ilija Bozoljac (SRB) 6-7(5) 7-6(4) 6-3
Primo Turno Doppio
Philipp Petzschner-Tim Puetz (GER-GER) b. Mikhail Elgin-Aleksandr Nedovyesov (RUS-KAZ) 6-2 6-3
Quarti di Finale Doppio
Blazej Koniusz-Mateusz Kowalczyk (POL-POL) b. Marcus Daniell-Alessandro Motti (NZL-ITA) 3-6 7-5 11-0
Martin Emmrich-Andreas Siljestrom (GER-SWE) b. Flavio Cipolla-Farrukh Dustov (ITA-UZB) 6-3 2-6 10-8
Ufficio Stampa