Le parole post partita di Francesco Passaro, primo italiano in campo in queste Next Gen ATP Finals di Milano. Sconfitto da Lehecka, il perugino racconta la sua esperienza e le sue emozioni.
Primo italiano ad esordire alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, in un’Allianz Cloud infiammata da tantissimi ragazzini delle scuole tennis, Francesco Passaro ha finito per rimanere stordito da un’atmosfera per lui decisamente inedita. Luci, musica a palla, neon scintillanti, il suo nome a caratteri cubitali e, non ultimo, un avversario di assoluto livello che non gli ha dato respiro, sono stati la miscela che può aver ingolfato il suo tennis, fatto di diritti esplosivi e servizi costantemente sopra i 200 km/h. Intendiamoci, non che il 21enne umbro, che attualmente occupa la 119esima posizione mondiale, al suo esordio assoluto a Milano, abbia demeritato. Jiri Lehecka però è avversario dal carattere vincente che non si fa spaventare da nulla e infatti ha imposto il suo tennis accelerato che ben si adatta alle regole next gen di questo torneo. “L’emozione della prima volta l’ho sentita – ha raccontato Passaro nella conferenza stampa post match – ma penso di aver disputato una buona partita. Una sconfitta con un giocatore che è n.74 Atp ci può stare. Con il mio team stiamo lavorando per crescere e oggi ho visto dei segnali incoraggianti, soprattutto sul gioco a volo. Sono contento dei progressi che sto facendo così rapidamente”. “L’entrata in campo – continua Francesco – è stata magnifica e me la sono goduta tutta. Poi però mi sembrava di essere finito in un vortice, era tutto così rapido. Il format però, se devo essere sincero, non mi piace molto. Ho sofferto soprattutto i cambi di campo ridotti perché si beve e ci si riposa meno”.
Partito a gennaio dalla casella n.605 del ranking, Passaro è esploso in questa stagione e si è guadagnato la qualificazione tra i migliori otto under 21 giocando ben quattro finali a livello Challenger (a Sanremo dove è stato sconfitto da Rune, poi a Forlì, Milano e Como), e conquistando il suo primo torneo a Trieste battendo in finale Zhizhen Zhang. Proprio contro il cinese, a Firenze, Passaro ha ottenuto la sua prima vittoria nel circuito maggiore. Il suo esordio Atp era invece avvenuto agli Internazionali BNL d’Italia di Roma.
Da maggio a novembre, dal fascino del Foro a questa bomboniera zuccherata e coloratissima, la sua crescita è stata costante e Passaro ha dimostrato di essere competitivo non solo sul rosso: “Da ragazzino ho giocato praticamente solo sulla terra battuta ma quest’anno ho deciso di fare la preparazione a Tirrenia, dove mi sono allenato 9 settimane sul cemento e poi ho sperimentato tanto le superfici più veloci e devo ammettere che forse le preferisco alla terra”. Nato il 7 gennaio 2001 a Perugia, cresciuto tennisticamente allo Junior Tennis sotto l’ala protettiva del suo coach Roberto Tarpani (“Casa mia era a due minuti dal club, la mia famiglia ci viveva praticamente dentro”), Francesco – che porta lo stesso nome di un altro grande esponente del tennis umbro: Cancellotti -, ha un tennis offensivo ed è giocatore che ama fare la partita e comandare gli scambi. E, a proposito di Cancellotti: “Mi piacerebbe superarlo per essere il perugino più forte della storia (ride, ndr) ma non sarà facile. Siamo amici e lui mi scrive spesso sui social. Quando lo incontrerò gli chiederò qualche consiglio”. Con un passato da numero 31 juniores, dopo aver rincorso per anni tanti pari età azzurri, oggi Passaro è una realtà in costante crescita del nostro tennis. A Milano, tra l’altro, Passaro giocherà il primo derby italiano nella storia delle Next Gen: “Matteo Arnaldi lo conosco anche troppo (ride, ndr.). Sarà una partita bella da vedere ma non facile per noi da gestire perché siamo molto amici e conterà molto la testa. Però che bello giocare insieme in un evento del genere”. Comunque vada, una cosa è certa: Passaro è venuto nel capoluogo lombardo per essere protagonista.