di Pierpaolo Renella
“Il Club ha sempre cercato di conservare l’immagine unica e la reputazione dei Championships, e lo ha fatto con successo da molti anni, sviluppando accordi di fornitura ufficiale (di beni e servizi) con una gamma di marchi di prim’ordine”, spiega il sito di Wimbledon, il torneo più prestigioso al mondo, da oltre cent’anni crocevia dei rapporti tra tennis e aziende.
Vediamoci chiaro. Partendo da un dato di fatto: i Championships generano un profitto di oltre 35 milioni di sterline (49 milioni di euro) senza la presenza di banner pubblicitari nei campi durante i match. Wimbledon ha regole tutte sue: una parte importante del profitto deriva dai proventi da fornitori ufficiali di servizi. Nel 2014 erano dodici: dai partner storici come Slazenger (fornitore ufficiale di palle dal 1902) ai più recenti come Lavazza.
Da pochi giorni l’All England Club ha dato il benvenuto a una new entry con un accordo triennale con Jaguar, uno dei marchi del lusso più rappresentativi del Regno Unito. L’azienda di Coventry fornirà 170 berline sportive dalle linee slanciate e seducenti, adibite al trasporto degli atleti. Un matrimonio tra icone, annunciato in video da un testimonial d’eccezione, lo Special One alias José Mourinho, ambasciatore globale del brand Jaguar.
“Wimbledon è universalmente riconosciuto come l’apice dello sport internazionale”, ha dichiarato Laura Schwab, direttore marketing UK di Jaguar Land Rover, due marchi Premier che nel 2008 Ford ha ceduto all’indiana Tata Motors per 2,3 miliardi di dollari.