In una finale a senso unico, Novak Djokovic conquista il quarto titolo romano superando per 6-4 6-3 Roger Federer in 1 ora e 15 minuti… da Roma, ROBERTA LAMAGNI

dalla nostra inviata a Roma, Roberta Lamagni

 

I più forti sono loro, al momento, non v’è dubbio: sua Maestà Roger Federer, numero 2 Atp, insegue lo squalo Novak Djokovic, fantasmagorico numero 1. La distanza tra i due, però, è crudelmente abissale.

 

Gli oltre 5000 punti in classifica che li separano rendono solo vagamente l’idea; il match finale degli Internazionali d’Italia ne è stata la riprova in campo. Mai si erano affrontati nell’atto conclusivo del torneo romano: una “prima” solo per il suggestivo palcoscenico, non certo per i contendenti (18-20 i precedenti a favore dell’underdog).

 

Lo spettacolo non ha deluso: Re Roger è apparso in ottime condizioni fisiche, brillante negli spostamenti, rapido di testa e di braccio. Anche se la migliore performance stagionale (ammesso che lo sia stata), con questo Djokovic programmato per Parigi, non poteva bastare.

 

Un primo set condotto testa a testa, con un buon controllo dello scambio da parte del numero uno, tenuto a bada da back insidiosi e da qualche lampo del Divino. Da parte di Nole giusto l’impegno necessario per cancellare una palla break sul 4-4 e poi l’accelerazione, lo sprint verso il set e il suo quarto titolo a Roma. 6-4 6-3 in 1 ora e 15 minuti: una dimostrazione di solidità e di strapotere che non ammette repliche.

 

“Questa è probabilmente la stagione migliore della mia vita, insieme al 2011. Non so come continuerà con il Roland Garros, ma al momento ho ottime sensazioni” ha confermato Novak durante la premiazione. Del resto, anche dopo un inizio balbettante – i primi 3 turni vinti al terzo – la fibra dell’invincibile si era già vista nel match di semifinale contro Ferrer. Non impressionare con giocate mirabolanti o punti da “Ola”, non bruciare l'avversario alla partenza ma superarlo in progressione, questa è la sua forza. Quando i punti sono decisivi, statene certi, Nole difficilmente farà una scelta sbagliata.

 

Con Roma 2015 Djokovic conquista il 24esimo Masters 1000 in carriera – secondo solo a Nadal, che conduce la classifica con 27 – e il suo quarto stagionale dopo Indian Wells, Miami e Monte-Carlo (a Madrid si è preso una pausa: anche i supereroi hanno bisogno di rifiatare, a volte). Sale così a 22 la striscia di match consecutivi vincenti, come già nel 2012 ma ancora distante dai fantastici 43 del 2011. E Parigi si avvicina. Ma questa è un'altra, appassionante storia…

 

"Non penso di dover fare qualcosa di speciale al Roland Garros, ci sono andato vicino altre volte, devo solo cercare di mantenere la routine", ha dichiarato lucidamente Novak dopo la vittoria. "In questo momento Parigi è la mia priorità. Mi sento forte ma non invincibile. Vincere i match mi fa sentire mentalmente più forte, ma questa è una condizione facile da perdere. Lo sport può giocare brutti scherzi ed è facile scivolare nel lato opposto". Nessuna distrazione, gli avversari sono avvisati.

 

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