Rafael Nadal, prima testa di serie alle Nitto ATP Finals in seguito al forfait di Alcaraz, ha raccontato le sue sensazioni alla vigilia di questo importante appuntamento
A seguito del forfait di Carlos Alcaraz, Rafael Nadal è giunto alle Nitto ATP Finals di Torino da testa di serie numero 1, sebbene non sia esattamente il primo favorito nei pronostici per svariate ragioni. Per prima cosa, il maiorchino non ha più ritrovato la forma di inizio stagione da Wimbledon in avanti, non riuscendo a raggiungere neanche i quarti di finale nel Masters 1000 di Cincinnati, agli US Open e nel Masters 1000 di Parigi-Bercy. Poi, va ricordata la sua storia piuttosto travagliata con l’evento di fine stagione: nelle 10 precedenti apparizioni, l’ex numero 1 del mondo non è mai riuscito a sollevare il trofeo, perdendo in finale sia nel 2010 contro Roger Federer, sia nel 2013 per mano di Novak Djokovic, e in generale non ottiene un trofeo sul cemento indoor dal lontanissimo 2005. Intervistato dai media a Torino, lo spagnolo ha dovuto subito rispondere a chi gli ha chiesto se si vedesse con la racchetta in mano fino ai 40 anni. “Lo vedo difficile – ha ammesso il 14 volte campione del Roland Garros –, ma non si sa mai perché a 28 anni mi sembrava impossibile poter essere ancora a questi livelli ora che di anni ne ho 36. In ogni caso, tutte le stagioni, da adesso in poi, sono un bonus per me”.
Nadal è reduce da una brutta e pesante battuta d’arresto subita al secondo turno del Masters 1000 di Parigi-Bercy, quando Tommy Paul ha recuperato da 3-6 0-2 e ha trionfato per 3-6 7-6 6-1. “Stavo giocando bene all’inizio, non a caso ero in vantaggio di un set e un break. Poi ho avvertito mal di stomaco e le cose sono cambiate, ho anche vomitato al termine di quell’incontro. Nitto ATP Finals? Non vi mentirò: se pensassi di non avere alcuna possibilità di vittoria, non sarei qui. Per quanto poco abbia giocato negli ultimi mesi, penso di avere le mie possibilità, nonostante l’accumulo di cose negative che sono successe dopo Wimbledon . Dopo lo strappo addominale, ho dovuto cambiare di nuovo il movimento al servizio e questo non mi ha dato le garanzie necessarie per competere al massimo livello. Mi piacerebbe trovare più continuità l’anno prossimo”.
Come già detto in precedenza, la storia d’amore tra Nadal e le Finals non è mai realmente sbocciata, sebbene alcune occasioni importanti ci siano state. “Nel 2010 e nel 2013 ho perso in finale, ma credo che l’anno in cui ho davvero avuto la mia chance sia stato il 2020. Quella sconfitta subita in semifinale contro Medvedev mi ha fatto realmente male, perché ho avuto anche l’opportunità di servire per il match. In generale, non sono riuscito a essere abbastanza bravo in questo torneo e in queste condizioni di gioco, ma credo che negli ultimi anni ho migliorato il mio gioco su questa superficie, dunque staremo a vedere”.