di Alessandro Magrini
Un anno dopo il trionfo di Grigor Dimitrov, Andy Murray conquista l’ATP 500 del Queen’s grazie al successo per 6-3 6-4 in finale contro Kevin Anderson.
Tutto faceva pensare ad una Domenica di fatiche “straordinarie” per il campione scozzese, impegnato già nella mattinata nella prosecuzione della semifinale sospesa ieri per pioggia contro Viktor Troicki. Nella realtà dei fatti tutto facile per Andy, che in primis ha liquidato in due set il fresco runner up di Stoccarda, e qualche ora più tardi non ha risentito della stanchezza disputando una splendido match contro Kevin Anderson, reduce dalla sofferta vittoria in semi contro Gilles Simon.
Per il sudafricano, alla prima finale sull’erba della carriera, non c’è stato niente da fare: troppa la differenza con il numero 3 del ranking, sceso in campo concentrato, determinato, senza concedere nulla all’avversario (le statistiche di fine incontro riportano il numero 5 accanto alla voce Unforced errors). Anzi lo scozzese si è dimostrato più cinico del solito (qualità niente male per un tennista) e ha sfruttato appieno le pur poche opportunità concesse dal ventinovenne di Johannesburg: sono infatti bastati due break, uno per parziale (ottenuti entrambi alla prima chance), a far prendere al trofeo la strada per Dunblane.
Per Murray si tratta della terza gioia stagionale (dopo Monaco di Baviera e Madrid) e la quarta al Queen’s club, il che lo rende il più titolato sull’erba londinese assieme ad altre glorie del passato. Per lui buone sensazioni in vista di Wimbledon, al via tra pochi giorni e dove ha già trionfato nel 2013.
Proprio ai Championships di Londra cercheranno riscatto i due flop di questa settimana, Stan Wawrinka e Rafael Nadal: il primo è stato eliminato agli ottavi proprio dal finalista Anderson, il secondo invece è caduto al primo turno contro Alexander Dolgopolov. “Rimandato” anche il nostro Simone Bolelli, uscito subito di scena per mano di Richard Gasquet.