di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Se la stagione iniziasse e finisse a Bogotà, Bernard Tomic non sarebbe se stesso. Il talento australiano, un po' genio e un po' troppo sgregolatezza, è riuscito nella difesa del titolo conquistato l'anno passato in Colombia al Claro Open. Quest'anno in finale ha avuto ragione del francese Adrian Mannarino per 6-1 3-6 6-2. Certo, l'avversario non era di quelli che fanno tremare i polsi, ma comunque un buon test per il giovane australiano che, oltre ai propri, eterni fantasmi personali deve combattere con una generazione di connazionali fenomeni del calibro di Kyrgios e Kokkinakis, tutta gente con tanta voglia di oscurare la sua stella quanto prima…
Nel primo set non c'è storia: Tomic allunga subito sul 3-1 e poi dilaga lasciando un solo game all'avversario. Nel secondo parziale, Mannarino cambia tattica e prova ad essere più attendista aspettando l'errore dell'avversario che, puntualmente, arriva consentendogli di riaprire la finale. Nel sesto game del parziale decisivo (3-2 per l'australiano) Tomic attacca su un nastro di Mannarino; un attacco tutt'altro che irresistibile ma il transalpino affossa il passante a rete e regala il break a Bernard che poi si invola verso una facile vittoria finale. Non un match da ricordare, caratterizzato da tanti errori da una parte e dall'altra.
Per Tomic quello di Bogotà è il terzo titolo in carriera dopo quello sempre in Colombia del 2014 e quello di Sidney a inizio 2013. Non sarà la svolta della sua turbolenta carriera ma un buon segnale almeno sì…