“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…”. Un anno, dieci mesi ed un pugno di giorni. Tanto il mondo del tennis ha dovuto attendere per vedere nuovamente incrociate le racchette ed i destini tennistici di Roger Federer e Rafa Nadal. La St. Jakobshalle di Basilea ha fatto da suggestivo teatro del capitolo numero 34 della saga, un capitolo a suo modo speciale, come tutti del resto.
Era quasi obbligato a vincere, Roger, lui che di sfide col nemico di sempre ne aveva perse ben 23 su 33, ma a livello indoor il bilancio ha sempre strizzato l’occhio al basilese vincitore (prima di ieri) quattro volte su cinque. Federer non delude il caldo pubblico di casa, supera in tre set Nadal col punteggio di 6-3 5-7 6-3 in due ore ed altrettanti minuti, griffando per la settima volta il torneo di Basilea alla dodicesima finale. Si tratta del trionfo numero 88 a livello Atp, addirittura il sesto alla decima finale in un 2015 da favola.
L’avvio di match è teso, contratto, come se fossero necessari alcuni giochi di studio per chi, come loro, s’è inseguito vicendevolmente per una carriera intera. Lo spagnolo ha una palla break subito nel primo turno di risposta, ma Federer non si fa sorprendere e con lo schema servizio-schiaffo al volo si salva. Nel quinto game è il rossocrociato a dare il primo, decisivo, strattone alla partita: lo svizzero sale per la prima a palla break, gioca piuttosto male le prime due chance ma alla terza riesce a spostarsi col dritto e far partire un inside-in che spacca la riga verticale e gli consegna un vantaggio d’oro. Nel game seguente il diciassette campione Slam concede la chance per rientrare a Nadal, ma è fenomenale a cancellarla agganciando un passante di dritto con l’iberico ormai proiettato a rete e quasi certo del break. Non soffre più Roger che, anzi, chiude con un ulteriore break strappato addirittura a zero nell’ultimo game del set per congelare il 6-3 finale.
Nella seconda frazione il gioco di Federer acquista brillantezza, ma Nadal diviene più solido e resta attaccato con le unghie al rivale annullando peraltro una pericolosa palla break nel sesto game. Si arriva, dunque, in volata e come spesso accade nella bagarre il guerriero spagnolo si trovo molto meglio. Il mancino di Manacor centra un chirurgico break nell’undicesimo gioco, tiene agevolmente il seguente turno di battuta, conquista il set e forza la finale al set decisivo.
Come già accaduto questa settimana nel match con Kohlschreiber, nel momento di massima difficoltà Federer deve aggrapparsi al servizio, il colpo-principe su questa superficie. Nel terzo set lo svizzero tiene dentro tre prime su quattro tramutando i propri turni alla battuta in banali formalità. Il padrone di casa al servizio diviene mortifero, manca una palla break nel quarto gioco, ma alla seconda chance (sul 4-3) è letale approfittando di un rendimento piuttosto deficitario dello spagnolo con la seconda di servizio (un misero 2/9). Chiamato a servire per il match, Roger passa agli archivi il dodicesimo ace della sua partita (con la seconda palla peraltro) sul 30-30, Nadal salva da campione il primo matchpoint ma è costretto alla resa nel secondo.
Alza le braccia al cielo Federer e tira un grosso sospiro di sollievo. Il presidio basilese è salvo, è ancora lui padrone a casa sua! E' un successo dolcissimo per l'elvetico che lo porta, oltre a battere nuovamente Nadal dopo oltre tre anni e mezzo di digiuno, a riconquistarsi la seconda piazza mondiale a scapito di Murray cui escono i 500 punti di Valencia. Un secondo posto che, in ottica Atp Finals, vale moltissimo.