Da Londra Federico Mariani – foto Getty Images
All’alba della seconda tornata del round robin compare finalmente la lotta, il pathos, l’incertezza del risultato, componente ancora sconosciuta dell’edizione numero quarantasei delle Atp Finals. In due ore accompagnate da ventitré minuti Kei Nishikori supera Tomas Berdych col punteggio di 7-5 3-6 6-3 nella sfida tra i perdenti della prima giornata.
Per il giapponese, alla seconda partecipazione tra i migliori otto, si tratta del quarto successo in cinque confronti con Berdych per una sfida che stranamente mancava dal 2012. Se finalmente c’è lotta col primo terzo set del torneo, non può dirsi altrimenti dello spettacolo. A dominare la scena, infatti, sono gli errori gratuiti, i passaggi a vuoto, in cui s’alternano Nishikori e Berdych. I due mettono a referto complessivamente la bellezza di 74 unforced col ceco che chiude addirittura -12 nel computo vincenti/errori (saldo negativo anche per il numero otto del mondo). Alla fine vince (con merito) quello più centrato, più attento, più solido. Berdych soccombe, al solito, sotto il peso dei propri blackout, momenti di buio totale in cui manca colpi per lui più che banali.
Il primo set viene deciso in volata dal nipponico che centra il break nell’undicesimo gioco, un game nel quale inizialmente manca con colpa due palle break per poi concretizzare la terza chance gentilmente offertagli da Berdych dopo aver sciupato la palla dell’eventuale sorpasso sul 6-5. Incamerato il primo parziale, Nishikori opera il break in avvio di secondo set portandosi sul 2-0 ben avviato verso una vittoria in due set. Da questo momento Kei spegne la luce: regala con un doppio fallo il controbreak al rivale e, sotto 2-3, perde nuovamente la battuta (a zero peraltro) permettendo al ceco di allungare il match al terzo set con la contestuale chiusura per 6-3.
L’inerzia dell’incontro cambia rapidamente sponda ed ora è Berdych che pare aver le mani sulla disputa. Nel set decisivo, tuttavia, è Nishikori il primo ad avere un’importante chance ma sciupa malamente due palle break consecutive nel secondo game. Il livello dell’incontro rimane sostanzialmente basso, ai limiti dell’accettabile per incontri di tale lignaggio, ma nel settimo game qualche squillo del ceco ed un fortunoso nastro gli regalano una palla break di capitale importanza dove però il rovescio che sarebbe stato vincente di Tomas si stampa sul nastro permettendo la salvezza a Nishikori. Come da tradizione sportiva, occasione mancata significa occasione subita e nel game seguente arriva puntuale il disastro di Berdych: il ceco si consegna al rivale sbagliando piuttosto clamorosamente tre dritti a chiudere inframezzati dal doppio fallo numero cinque. L’ennesimo dritto a metà rete fa scorrere i titoli di coda perché Nishikori è rapace nel nono game a tenere in modo fulmineo la battuta che gli vale il 6-3 ed una speranza di bissare la semifinale raggiunta dodici mesi fa. Il ceco interrompe così la piacevole (per lui) tradizione che lo vedeva sempre vincente nelle seconde giornata di round robin, dopo però aver confermato quella un po’ meno piacevole che lo vede sempre perdente all’esordio.
C’è solo una flebile speranza legata alla mera matematica per Berdych, flebile ai limiti dell’impossibile. Il numero sei del mondo, infatti, per passare deve sperare che Federer chiuda il girone a bottino pieno, vincendo quindi sia con Djokovic che con Nishikori, oltreché battere il serbo nell’ultima partita del round robin. Fantascienza! Per quanto, invece, riguarda le sorti del nipponico, se tutto dovesse procedere secondo pronostico, questi si giocherebbe nel più classico dei dentro o fuori la qualificazione con Federer dopodomani, ipotizzando una sconfitta di Roger nella sessione serale con Djokovic.