Il Challenger di Bergamo perde Matteo Donati per un problema alla schiena; gli subentra Caruso, che cede a Langer. Ai quarti di finale Gojowczyk, Herbert, Gerasimov e Chiudinelli…

foto di Antonio Milesi

 

Peter Gojowczyk si presentò al grande tennis due anni fa a Doha: dopo aver superato le qualificazioni, si spinse in semifinale e tolse un parziale a Rafa Nadal che all'epoca era il re dell'Atp. In quella stagione battè poi Jo Wilfried Tsonga in Coppa Davis (sul suolo francese) e Milos Raonic (sul verde di Halle), raggiungendo così il suo best ranking (79 Atp). Nel 2015 a Melbourne fece match pari con Guillermo Garcia Lopez, che in seguito arrivò agli ottavi di finale. Poi il crac. Un grave infortunio alla gamba e mezza stagione di stop. Oggi Gojowcyk, che ha centrato i quarti di finale al Trofeo Perrel-FAIP di Bergamo (42.500€, Play-It) sta bene: è contento, ma non ha ancora digerito di aver dovuto fermarsi sul più bello.  

 

Quell'incidente mi è costato cinque mesi e due interventi chirurgici. Sono rimasto a casa, andavo continuamente dai dottori… Non è stato facile, così come non è stato facile riprendersi. Anche perché venivo dalla mia migliore stagione in carriera, avevo giocato grandi match, battuto gente forte…ed ero pronto a fare un salto di qualità. Quello era il vero Gojowczyk". E a tratti si è visto a Bergamo. Il 2-6 6-3 6-3 rifilato ad Alexander Kudryavtsev non è affatto banale, poiché il russo gioca un tennis perfetto per i campi in Play-It.

 

 “Ci avevo giocato anche nelle qualificazioni dell'Australian Open e già lì fu dura – dice il 26enne tedesco – con lui non è facile perché non sai mai dove tirerà, non ha schemi precisi. Il suo è un tennis bum-bum-bum con i colpi da fondocampo…ma è bum-bum-bum anche con il servizio. Nel primo set ho faticato molto, ero stanco e avevo dolore alle gambe, infatti ho commesso un po' di doppi falli. Perso quello, mi sono detto di concentrarmi almeno sul mio servizio e vedere che succedeva. Per fortuna è andato tutto bene”. Adesso le sue ambizioni si misureranno contro Pierre Hugues Herbert, talentuoso francese che continua spedito nella sua corsa. Herbert ha battuto Go Soeda con il punteggio di 6-4 6-3 e sembra il favorito del torneo, soprattutto dopo l'eliminazione di Radek Stepanek.

 

Ma Gojowczyk non ha paura, forte di un gioco solido che ricorda quello di un illustre connazionale, quel Rainer Schuettler che è diventato numero 5 del mondo e ha raggiunto addirittura una finale Slam. “Tra le donne il tennis tedesco sta vivendo un buon momento, mentre tra gli uomini è più dura – dice Gojowczyk – io dico che abbiamo 7-8 giocatori di buon livello, ma c'è anche un po' di sfortuna. Matthias Bachinger si è infortunato, lo stesso per Jan Lennard Struff….per il futuro, il nome più gettonato è quello di Alexander Zverev. Tuttavia non lo conosco troppo bene e non posso prevedere dove arriverà”.

 

Il bavarese di origini polacche (“I miei nonni erano polacchi, ma non conosco la lingua a differenza di Angelique Kerber”) è anche un po' scaramantico. “Quest'anno vorrei entrare tra i top-100. Per la mia carriera? Ho un obiettivo ben preciso, ma preferirei non dirlo”. Per stanarlo, gli abbiamo chiesto se preferirebbe una semifinale Slam oppure 3-4 anni tra i top-50, ma senza exploit. La sua risposta è stata divertente. “Diciamo che vorrei vincere uno Slam e stare tra i top-30. I top-50 non mi vanno mica bene!”.

 

Sul 5-4 nel terzo set, il DJ del torneo Roberto Tropea ha fatto passare “Ragazzo Fortunato” di Jovanotti. In quel momento, tanti hanno pensato che fosse la canzone più adatta per Salvatore Caruso, entrato in tabellone come lucky loser al posto dell'infortunato Matteo Donati. L'alessandrino ha dato forfait pochi minuti prima di scendere in campo per un problema alla schiena. “Donats” le ha provate tutte per scendere in campo, ma dopo un allenamento mattutino (addirittura alle 8) e la rifinitura pomeridiana ha preferito non rischiare. Scelta saggia: a quasi 21 anni non è il caso di mettere a repentaglio una stagione per giocare un torneo in più, anche se tanta gente era accorsa al PalaNorda soltanto per lui.

 

E così è entrato Salvatore Caruso, eliminato addirittura al secondo turno delle qualificazioni. Tuttavia, era stato l'unico a firmare come lucky loser. Arrivato in extremis al palazzetto, ha giocato un match molto coraggioso contro il tedesco Nils Langer, proveniente dalle qualificazioni e in gran forma. Caruso ha impiegato un set per prendere le misure a un campo dove non aveva mai giocato. Sotto 6-1, ha rapidamente conquistato i bergamaschi con la sua generosità. Nei primi due set ci sono stati un mucchio di break, poi la partita si è canalizzata sui binari del servizio e il match si è deciso al tie-break, dopo che Caruso era stato per due volte a due punti dal match sul 6-5. Un paio di punti sfortunati lo hanno fatto piombare sullo 0-4. A situazione quasi compromessa ha continuato a lottare, ma non è riuscito a ricucire il distacco. Negli ottavi, Langer se la vedrà con Michael Berrer in un derby tutto tedesco.

 

TROFEO PERREL – FAIP (42.500€, Play-It)

Secondo Turno Singolare

Pierre Hugues Herbert (FRA) b. Go Soeda (GIA) 6-4 6-3

Egor Gerasimov (BLR) b. Igor Sijsling (NED) 6-1 6-2

Marco Chiudinelli (SUI) b. Quentin Halys (FRA) 7-6(4) 7-5

Peter Gojowczyk (GER) b. Alexander Kudryavtsev (GER) 2-6 6-3 6-3

Primo Turno Singolare

Nils Langer (GER) b. Salvatore Caruso (ITA) 6-1 4-6 7-6(4)

Quarti di Finale Doppio

Ken Skupski / Neal Skupski (GBR-GBR) b. Federico Gaio / Salvatore Caruso (ITA-ITA) 6-7(3) 7-6(3) 10-7

Nikola Mektic / Antonio Sancic (CRO-CRO) b. Ilija Bozolijac / Igor Sisling (SRB-NED) 6-3 6-4

Andreas Siljestrom / Mateusz Kowalczyk (SWE-POL) b. Andrea Arnaboldi / Flavio Cipolla (ITA-ITA) 4-6 7-6(5) 10-5

Primo Turno Doppio

Mirza Basic / Marton Fucsovics (BIH-UNG) b. Joha Brunstrom / Michal Mertinak (SWE-SVK) 6-7(2) 6-4 10-8