Lo slovacco porta a casa il torneo e lo fa vincendo la partita in rimonta contro Gael Monfils. Conquista la quarta vittoria su altrettante finali giocate e si dice fiducioso per raggiungere traguardi importanti. Da Rotterdam, FABRIZIO SALVI

Da Rotterdam, Fabrizio Salvi – Foto Getty Images

 

Gael Monfils alla battuta, seconda di servizio centrale e Martin Klizan che si avvita intorno alla palla per caricare il suo diritto e scagliare un vincente lungolinea. Alza immediatamente le mani al cielo, incredulo di quello che ha appena fatto. Lo slovacco scrive la sua storia, con quattro finali vinte su altrettante giocate e di questo torneo. Il suo nome appare così nel nastro luminoso della hall of fame che circonda il campo centrale, accanto a quelli degli illustri colleghi quali Edberg, Vilas, Borg, Ivanisevic e Federer. Lui si dice "orgoglioso di essere accanto soprattutto a quello di Mecir – poi aggiunge – E' un esempio per me ed è stato di grande ispirazione – conclude dicendo – Il prossimo anno, quando tornerò qua a Rotterdam, chiederò ai miei amici di leggere cosa c’è scritto lassù. E’ una sensazione incredibile”. Parabola strana quella di Martin, protagonista di una settimana controversa e da ricordare, vissuta sempre sull’orlo del precipizio, a un passo dall’uscire di scena ha trovato sempre le forze non solo per venirne fuori, ma per sfiancare gli avversari alla distanza. Con Gael Monfils è stato così, con Bautista Agut e Nicolas Mahut anche.

 

Presentatosi in campo con la maglia di Capitan America, quella del celebre supereroe, si era già capito che aveva in serbo qualcosa di speciale. Nel primo set Gael sembrava avere in pieno controllo la situazione, nonostante qualche palla break concessa e pareva manovrare a piacimento il volenteroso Klizan, il quale non riusciva per nulla a trovare soluzioni alternative, se non quella del suo diritto mancino. E’ pur vero che qualche cosa di originale ha provato a farla, ad esempio ha usato la palla corta molte volte, ma col rovescio proprio non riusciva a incidere. Monfils l’aveva intrappolato, costringendolo a forzare oltremodo il diritto che gli fruttava si dei bei punti, ma anche tanti errori. Si arriva così al tie-break che, tra un errore a rete e qualche altro di diritto, prende una svolta netta e decisa a favore del francese. Il secondo set è stato strano e difficile da decifrare, con Monfils che continuava a essere preciso e concentrato, senza però offendere. L’iniziativa è stata sempre in mano a Klizan che salva anche due palle break sull’1 a 1. La svolta arriva sul 4 a 3, quando Monfils concede a sua volta due palle break al suo avversario ma, soprattutto, gli regala il doppio fallo, consegnandogli così il break e virtualmente il set. Siamo intorno all’ora e mezza di gioco ed è tutto improvvisamente riaperto. Nessuno, però, poteva prevedere quello che sarebbe successo in seguito, probabilmente nemmeno lo stesso Klizan. Il set decisivo si apre con l’errore di rovescio di Monfils e il conseguente break dello slovacco che, spinto dalla sua enorme carica agonistica, si porta di slancio fino al 5 a 0. Il francese è irriconoscibile e da attendista padrone della situazione, è diventato di colpo passivo e inerme di fronte alla potenza del diritto del suo avversario. Ha un sussulto d’orgoglio in coincidenza del game decisivo, nel quale Klizan, comprensibilmente emozionato, cede il servizio, ma senza perdere lucidità. Il game successivo è gestito con maturità ed intelligenza e al terzo match point chiude l’incontro e il suo fantastico torneo. Successivamente, accennatogli della grande impresa compiuta, si lascia scappare una frase piena di ottimismo: “500 punti sono tanti – dice Klizan – magari la prossima volta saranno 1000”. La spregiudicatezza di questo ragazzo è stata molto apprezzata dal pubblico di Rotterdam e, se riuscirà a mantenere questo livello, saranno in molti a doversi preoccupare.  

 

Klizan – Monfils 6-7(1) 6-3 6-1