di Andrea Merlo – foto Getty Images
Era dall’edizione dell’Open 13 datata 2011 che il pubblico marsigliese non assisteva a una finale orfana di giocatori francesi. La Capitale della Provenza, così come la vicina Montpellier, hanno organizzato manifestazioni che spesso sono state vetrine per mostrare la qualità e soprattutto la quantità dei tennisti d’oltralpe, veri e propri feudi transalpini che suscitano l’invidia di molti. Cinque anni fa erano stati Robin Soderling e Marin Cilic a contendersi il titolo, con il primo uscito vincitore in tre set. Oggi il croato, quarta testa di serie del seeding, ha avuto nuovamente l’occasione di laurearsi campione. A separarlo dal titolo che di Gilles Simon nella passata stagione, il giovane australiano Nick Kyrgios. L’unico precedente tra i due, datato 2013, non era certo attendibile per pronosticare un vincitore. Sul rosso del Roland Garros, Cilic aveva eliminato un Kyrgios appena diciottenne.
Marsiglia sembra però non essere nel destino del buon Marin, che ancora una volta impatta sull’ultimo ostacolo. Kyrgios corona una settimana pazzesca, in cui non ha mai concesso break e ha totalizzato più di settanta ace, compresi i diciassette della finale. Si tratta del primo australiano a conquistare l’Open 13, il marchio di un predestinato.
Nel primo set Cilic inizia soffrendo con il servizio. Nel primo game annulla tre palle break e nel turno successivo cede il servizio al quinto tentativo da parte dell’australiano. Kyrgios non si accontenta e allunga sul 5-2 chiudendo poi nel game successivo. La differenza tra i due al termine del primo set appare notevole. Cilic è legnoso e fatica a trovare soluzioni vincenti. Inoltre il croato commette parecchi errori non forzati, probabilmente per via della grande pressione esercitata da Kyrgios in risposta.
Il secondo set è più equilibrato, con Cilic che ha addirittura a disposizione un set point, che coincide con l’unica palla break concessa dall’avversario. Nick però vuole fortemente coronare l’impresa e grazie due ace riporta lo score sul 5-5. Al tie-break l’equilibrio si spezza sul 3-3, quando l’australiano allunga con due mini-break e poi chiude con un ace per conquistare il suo primo titolo nel 2016.