Casper Ruud, sconfitto Andrey Rublev alle Nitro ATP Finals, si è detto molto felice di aver raggiunto un’altra grande finale

Straordinario Casper Ruud, autore di una prestazione da incorniciare in uno dei match più importanti della sua carriera: il norvegese gioca un incontro di qualità elevatissima e sconfigge Andrey Rublev 6-2 6-4, ottenendo l’accesso all’atto conclusivo delle Nitto ATP Finals, settima finale di una stagione per lui fantastica. Sempre criticato da chi si ostina a negare l’evidenza, Ruud gioca un tennis solido ma divertente, ha raggiunto le finali del Masters 1000 di Miami, del Roland Garros, degli US Open e adesso anche al prestigioso evento di fine anno, assicurandosi di chiudere il 2022 tra i primi 3 tennisti del mondo. Un ragazzo che lavora duro, che migliora giorno dopo giorno e che, nel pomeriggio di domenica, tenterà di vincere il trofeo più importante della sua carriera fin qui: ad attenderlo un mostro sacro come Novak Djokovic, sempre uscito vincitore nei loro scontri diretti.

Sono davvero felice di essere in un’altra importante finale quest’anno – ha affermato il norvegese al termine della sfida -. Ho giocato alla grande, ma non è stato facile chiudere il match quando lui ha iniziato a non aver più nulla da perdere. Andrey [Rublev] ha ottenuto grandi risultati quest’anno, è aggressivo con il dritto, io ho esitato un po’ dal 5-2 nel secondo, ma sul 5-4 sono stato bravo a servire con le palle nuove e ad aiutarmi con questo colpo. Andrey ha un dritto incredibile e si vuole cercare di stare lontano da esso il più possibile. Pur avendo uno stile di gioco differente, siamo entrambi migliori dal lato destro del campo, quindi la chiave tattica era, per tutti e due, quella di comandare con questo colpo e far giocare all’altro quante più volte possibile il rovescio. Non credo che Andrey abbia un rovescio cattivo, ma il dritto è veramente potente. Mi aveva battuto un paio di volte in passato, quindi è stato bello vendicarsi, sportivamente parlando, qui a Torino”.

Su Djokovic, poi: È un giocatore che non ha debolezza alcuna, ma sai, è pur sempre umano. Ha avuto un grandissimo anno dal punto di vista dei risultati, anche se è stato sfortunato perché ha potuto giocare poco. Ma è umano e lo si è visto contro Rune, per esempio, nella finale del Masters 1000 di Parigi-Bercy. Sono sicuro che sentirà anche lui un po’ di pressione. C’è molto in gioco. Ovviamente, anche se il ranking dice il contrario, sento di essere io lo sfavorito sulla carta”.