Dopo Berdych, il Masters 1000 monegasco perde all’esordio anche Novak Djokovic. Il ceco Jiri Vesely estromette il numero uno del mondo… Da Monte-Carlo, Federico Mariani

Da Monte-Carlo, Federico Mariani – foto Getty Images

 

C’è una strana e fanciullesca esaltazione in sala stampa tra giornalisti ed addetti ai lavori. C’è un’improvvisa frenesia figlia di un evento straordinario che mancava da quasi tre anni. C’è Novak Djokovic che stecca l’esordio nel primo vero appuntamento sul rosso europeo, a Monte-Carlo, a casa sua.

 

 

n un pomeriggio opaco il serbo abdica il trono monegasco cedendo in tre set a Jiri Vesely, aprendo la strada sostanzialmente a tutti e trasformando la kermesse del Principato in un torneo vero, aperto, lottato. Pare che tutti tifino l’underdog di giornata, forse vogliosi di vedere finalmente bagarre ai piani alti del tennis per una piccola prestigiosa parentesi di incertezza in un periodo di dominio tirannico.

 

I numeri passati rendono forse la giusta dimensione della caduta odierna: quella di oggi è appena la quinta sconfitta all’esordio per il serbo negli ultimi sette anni. L’ultima si registrò a Madrid nel 2013 per mano di Grigor Dimitrov. Djokovic non perdeva con un avversario classificato oltre la cinquantesima posizione dall’edizione 2010 del Queen’s quando fu Xavier Malisse a batterlo. Quella con Vesely, inoltre, è la prima sconfitta subita (finendo il match e quindi senza problemi fisici) dall’incontro con Federer alle Atp Finals.

 

E’ chiaro come debbano concorrere più fattori per arrivare ad un risultato del genere: la prestazione della vita del ceco, che firma oggi il miglior risultato in carriera, unita ad una giornata insolitamente fallosa per il numero uno del mondo che ha servito male e risposto peggio. Djokovic non è riuscito a girare in suo favore la disputa neanche dopo la conquista del secondo set, un salvagente solo apparente. A decidere l’incontro è, di fatto, la girandola di tre break consecutivi assestati dai due nei primi tre giochi del terzo set.

 

Il finale stava per tingersi di thriller quando Nole nel nono game salva un matchpoint con una tremolante volée lungolinea di rovescio per poi accorciare sul 4-5. Chiamato a servire per una vittoria dal sapore storico, tuttavia, Vesely non trema o, meglio, viene agevolato notevolmente dal serbo falloso fino alla fine, fino all’ennesimo dritto scivolato in corridoio. Vesely alza il pugno al cielo, bacia la terra del Campo intitolato a Ranieri III e, intervistato a fine match, dice di non saper se piangere o ridere tanta era l’emozione del momento.

 

 

A Rafa Nadal appollaiato in sala stampa a seguire le fasi finali dell’incontro, così come al resto della ciurma, non può che scappare un ghigno di soddisfazione per l’upset odierno. Ora il torneo si infiamma acquistando d’improvviso un fascino insperato, quello dell’incertezza ed indicare un probabile vincitore diviene (finalmente) un’impresa improba. Il terremoto odierno ha spalancato un’infinità di strade, tutte diverse, tutte affascinanti.

 

LA NOSTRA GALLERY

 

Vesely b. Djokovic 6-4 2-6 6-4