Rafa Nadal torna a vincere un Masters 1000 dopo un digiuno di quasi due anni. Nono centro a Monte-Carlo, ventottesimo in totale nei 1000 (pareggia Djokovic). Monfils s’arrende al terzo set … da Monte-Carlo, FEDERICO MARIANI

da Monte-Carlo, Federico Mariani – foto Getty Images

 

Non è il peso di un’altra delusione a far mettere in ginocchio Rafa Nadal, ma il dolce sapore della vittoria, inseguita vanamente per ormai troppo tempo e finalmente agguantata. Dopo l’ultima saetta scagliata con la ferocia di ciò che fu, il mancino di Mancor certifica la vittoria nella finale dell’edizione numero 110 del Monte-Carlo Rolex Masters. Poggia la testa a terra Rafa in segno di ossequiosa gratitudine per quella terra così cara che l’ha visto trionfare nove volte in carriera. Quella stessa terra che, però, era diventata amara nelle ultime tre stagioni di magra.

 

Sotto il cielo plumbeo del Principato monegasco, Nadal piega le resistenze di Gael Monfils e corona una settimana da favola che l’ha visto tornare molto vicino agli standard di un tempo, che l’ha visto tornare ad alzare al cielo un Masters 1000 come non accadeva da due anni, che l’ha visto nuovamente campione in una delle sue roccaforti assieme a Parigi e Barcellona dove il titolo mancava dal 2012.

 

Per riacciuffare Djokovic a quota 28 Masters 1000, Rafa ha avuto bisogno di tre set e due ore accompagnate da quarantasei minuti di feroce lotta con un Monfils in gran spolvero, sfiancato alla distanza fino a cedere in un fragoroso 6-0 nel terzo set. Il parigino si conferma un meraviglioso perdente trovando la diciannovesima finale senza gloria su ventiquattro disputate, ma nella circostanza è giusto rimarcare l’impossibilità odierna di chiedere di più per Gael, al proprio tennis ed al proprio fisico.

 

I primi due set sono un corpo a corpo maschio, duro, serrato. Una battaglia da terra rossa, molto tattica e poco spettacolare. Rafa parte meglio, ma la spallata decisiva tarda ad arrivare, tanto che l’iberico si fa riprendere per due volte il break di vantaggio. Monfils – sospinto dal pubblico amico – resta aggrappato con le unghie nel punteggio fino al 5-5 dopo aver cancellato tre setpoint, ma cede nel dodicesimo gioco alla quinta palla-set dove commette un doppio fallo, perfetta polaroid della fatica bestiale profusa dal francese durante l’inseguimento.

 

Dopo un primo set sfiancante da 74 minuti, era lecito attendersi una lenta ma inesorabile resa da parte di Monfils. Gael, invece, fa corsa di testa e per due volte scappa avanti un break, prima di essere puntualmente ripreso (addirittura a zero per il 4-4). Sul 5-5 con orgoglio il parigino gioca un game straordinario ed opera un nuovo break. Il pubblico è ormai in delirio, vuole il sangue, vuole il terzo set e Monfils prima aizza la folla e poi l’accontenta griffando per 7-5 la seconda frazione.

 

Gael in cuor suo sa che quella è stata l’ultimo colpo di gas della sua partita col serbatoio ormai vuoto di benzina ed energie. La finale naufraga già nel secondo game quando Monfils si autoconsegna ad un Nadal ancora pimpante con due doppi falli di fila. Col punteggio dalla sua, Rafa continua a danzare sulla riga di fondo, algido e fresco, e a pungere trovando dall’altra parte una resistenza sempre più debole. Nadal avvolge Monfils con le sue trame cattedraticamente ordite fino a strangolarlo, prendendosi perfino il gusto di infierire con un diabolico 6-0 a suggello di una prepotente dimostrazione di forza. Quell’ultimo fulminante diritto tirato in lungolinea in braccio ai giudici di linea è la miglior immagine possibile di un pomeriggio a suo modo storico per la carriera del maiorchino.

 

Dopo troppi mesi di cupo silenzio, Nadal torna a ruggire da Monte-Carlo nel torneo che apre la stagione sul rosso in un successo che suona come un avvertimento per tutti. Rafa c’è, ancora!

 

Finale:

[5] R.Nadal b. [13] G.Monfils 7-5 5-7 6-0

 

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