La giornata di stop per la pioggia ha riacceso mille polemiche sull’assenza di un campo coperto al Roland Garros, ormai unico Slam senza un tetto … da Parigi, ALESSANDRO TERZIANI

da Parigi, Alessandro Terziani – foto Getty Images

 

Piove anche stamattina su Parigi e lo fa ormai da 40 ore ininterrottamente. La giornata di ieri, quando al Roland Garros non si è giocato neppure un 15, ha scatenato mille polemiche sulla mancanza di una copertura. E’ stata la terza volta nella storia del torneo che si è saltato l’intero programma giornaliero a piè pari per la pioggia. Ma quando era già accaduto, nel 1930 e nel 2000, lo slam parigino non era ancora un business planetario che fattura oltre 200 milioni l’anno con diritti TV in 224 paesi.

 

Le altre prove dello Slam si sono da tempo adeguate. A Melbourne sono gia dotati da tempo di tetto retrattile tre campi: la Rod Laver Arena, l’Hisense Arena e la Magaret Court Arena. A Wimbledon il Centre Court è dotato di copertura e nel 2018 lo sarà anche il Campo Uno. A Flushing Meadows, nonostante le complesse difficoltà ingegneristiche per costruire il tetto sull’immenso Artur Ashe, la copertura è stata realizzata in un solo anno e verrà inaugurata nella prossima edizione degli Us Open.

 

Parigi è rimasta colpevolmente indietro, non solo per quanto riguarda il tetto, ma per il limitato spazio in cui viene svolto il torneo, circa 8,5 ettari contro i 17 di Wimbledon e Melbourne e i 18,8 di New York. Nel 2011, dopo anni di discussioni, è stata presa la definitiva decisione che lo Slam parigino non si sarebbe spostato dalla sede storica al Bois du Boulogne. Il progetto prevede un ampliamento di circa 5 ettari dell’attuale superfice “invadendo” le Serre d’Auteil, il confinante giardino botanico, con la costruzione di un nuovo campo da 5.000 posti e la copertura dello Chatrier. Da allora i lavori sono stati avviati e interrotti varie volte per le proteste degli ambientalisti e gli intoppi della burocrazia francese che sembra assomigliare a quella italiana. In conclusione i tempi di realizzazione del progetto si spostano in avanti ogni anno con l’ultima previsione che traguarda il 2020.

 

Ieri Guy Forget, il direttore del torneo, ha affermato provocatoriamente che “In Francia per rendersi conto dei problemi, bisogna che accada qualcosa di grave”. La giornata di ieri sicuramente servirà a muovere le acque melmose della burocrazia. Forget ha anche confidato che un’eventuale assegnazione a Parigi delle Olimpiadi del 2024 potrebbe dare uno slancio definitivo al progetto. Una sorta di déjà vu, sembrava infatti di sentire Malagò a Roma durante gli Internazionali.

 

Intanto continua a piovere e chissà se oggi si riuscirà a giocare…