Da New York, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Sarà Stan Wawrinka l’avversario di Novak Djokovic nella finale di questa edizione degli Us Open. E’ la terza finale Slam per lo svizzero dopo quelle vittoriose agli Australian Open 2014, su Nadal, e al Roland Garros 2015, proprio su Djokovic. Lo svizzero si è sempre esaltato contro il campione serbo. Non inganni il 19-4 per Djokovic nei confronti diretti. Negli ultimi tre anni i due si sono affrontati 5 volte negli Slam con 3 vittorie per il serbo tutte al quinto set (Australian Open 2013 e 2015, Us Open 2013) e 2 successi per Wawrinka (Australian Open 2014 e Roland Garros 2015). Probabilmente stasera Djokovic, dalla camera d’albergo, avrà tifato per il giapponese. Se poi consideriamo le non perfette condizioni fisiche del serbo, con il perdurante problema alla spalla, domenica assisteremo a una finale tutt’altro che scontata.
Relativamente alla semifinale di stasera, si capisce fin dai primi punti che sarà un incontro di rara intensità. Lunghi e profondi scambi con Nishikori con i piedi sulla riga di fondo che anticipa ogni colpo, Wawrinka che cerca di scardinare il pressing del giapponese con i suoi colpi più potenti.
Il primo set, molto equilibrato, si decide con l’unica palla break concretizzata da Nishikori sul 2-2. Giochi molto rapidi con la prima frazione di gioco che dura solo 29 minuti.
Il giapponese, con una grande risposta di diritto, strappa subito il servizio allo svizzero nel primo gioco del secondo set. Sul 2-1, con un vincente di diritto, Wawrinka recupera lo svantaggio. Sul 3-3 Nishikori spreca ben quattro palle break, ma la chance più grossa di ipotecare la partita non la sfrutta sul 4-4. Il giapponese non mette a frutto due chance per andare a servire per il secondo set. Goal sbagliato, goal subito. Scampato il grave pericolo, è Wawrinka sul 6-5 servizio Nishikori, a pareggiare il conto dei set alla prima occasione utile dopo un’ora e 30 minuti.
Sullo slancio Wawrinka vola 4-1 nel terzo set e manca due palle per il 5-1. Nishikori riesce a rimanere aggrappato allo svizzero e grazie al successivo break accorcia sul 4-3. Iniziano a cadere alcune gocce di pioggia e viene chiuso lo stupendo tetto dell’Arthur Ashe. Finalmente si respira, con l’aria condizionata che rapidamente rinfresca i 22.000 spettatori. Alle 21 ci sono ancora 30° con un tasso di umidità prossimo al 100%. Da un set quasi perso, Nishikori giunge a procurarsi la palla che lo porterebbe a servire per il set sul 5-4. Bravissimo Wawrinka ad annullarla al termine di uno dei più belli scambi dell’incontro. Quando ormai tutti pensavano a una soluzione al tie-break, lo svizzero sul 5-4, con un rovescio devastante, annette il set dopo due ore e 28 minuti.
Nishikori è visibilmente stanco e Wawrinka ne approfitta. Subito 3-0 per lo svizzero nel quarto set. Caparbia reazione del giapponese che accorcia sul 3-2. Ma ormai l’inerzia del match è inesorabilmente dalla parte di Wawrinka che infila tre giochi consecutivi e guadagna la finale dopo tre ore e 7 minuti.
Wawrinka b. Nishikori 4-6 7-5 6-4 6-2