di Fausto Serafini
Nel cuore delle colline friulane, alle premiazioni del torneo combined di terza categoria, “Trofeo Città di Tarcento 2016”, il consuntivo della presidente Daria Biasizzo, con accanto l'attivo dirigente Andrea Promoselli e l'assessore allo sport del Comune, Daria Follador, deborda in soddisfazione.
In crescita l'affluenza dei giocatori, tempi canonici rispettati, finali piacevoli e combattute e con il tecnico di casa per la prima volta investito del sospirato primato. Il 37enne Ignazio Sardina, mancino dal piglio inesauribile, sul manto veloce in play-it emerge dalla sfida rovente di due ore e mezza, basata sul teorema servizi-game, sui numerosi vantaggi e sui pochi, ma topici break, sigillati da qualche scambio violento filo rete e da diagonali profonde: condizioni favorevoli risicate, ma indispensabili per disegnargli lo score sudatissimo di 7-6 4-6 6-4.
Davanti a lui un concorrente tonico come Gabriele D'Aronco, ingegnere gemonese del Tc Corno, longilineo dalle 26 primavere, ex seconda categoria, con frequenze di training attualmente piuttosto aleatorie, ma con la classe immutata che affonda in un tennis elegante, arricchito da un dritto particolarmente graffiante che tiene all'erta il rivale fino all'ultimo quindici.
Nell'atto finale in rosa, rispetta il ruolo di favorita la 16enne cornense Anna Sturmigh, sicura nell'incamerare il secondo titolo messo in palio dalla società Modus, trionfo che la 18enne Sabrina Paludetti tenta inutilmente di contrastarle. Molta foga e potenza, ma poco raziocinio tattico per la ragazza del Città di Udine, capace di esplodere autentici siluri vincenti con i due fondamentali, come di solleticare i teloni di fondo campo, senza troppo curarsi degli appoggi ancora in volo o dell'andamento del punteggio.
Discontinuità fatale per le tenaglie tecniche della campionessa regionale under 16 che chiude la contesa per 6-3 6-3. Un risultato attinente ad una Sturmigh solida, efficiente, pulita nei colpi e fluida nel trovare subito gli assetti, in allerta solo su qualche seconda in slice della mancina udinese e sugli imprendibili colpi filanti che atterrano dentro il rettangolo di gioco.