Sul suo account Instagram, Dinara Safina ha postato alcuni video di suoi duri allenamenti in campo e in palestra. Che sia la preparazione di un ritorno in grande stile?… DI ROBERTA LAMAGNI

di Roberta Lamagni – foto Getty Images

 

La sua vita è sempre stata all'ombra del fratello, Marat Safin. Che vincesse un torneo Wta o che diventasse numero uno del mondo – nell'aprile del 2009 – Dinara Safina ha sempre destato interesse per la parentela con il grande Marat, più forte, più spiritoso, più carismatico, più istrionico di lei.

 

Dal suo allontanamento dai campi da tennis poco o nulla si è sentito sul suo conto, se non recentemente – ancora una volta – attraverso le parole di Marat. "Io e Dinara non ci conoscevamo bene. C'è stato un momento in cui nemmeno ci sentivamo fratello e sorella. L'ho conosciuta meglio solo ultimamente e posso dire che ha un gran potenziale e che è un vero peccato che non abbia mai vinto uno Slam. Capisce il tennis molto più di me ed è certamente una persona migliore".

 

E' di questi giorni la notizia, comunicata al mondo atraverso il suo account Instagram, che Dinara si stia sottoponendo a faticosi e pesanti allenamenti in un'accademia di Brooklyn, New York, precisamente la Match Point NYC Academy.

Giudicando i video in cui è protagonista, la 30enne tennista russa, ritiratasi ufficialmente nel 2014 nonostante avesse giocato l'ultimo match nell'aprile 2011, è apparsa un po' appesantita nel fisico ma comunque in discreta forma.

 

Il suo anno magico resta il 2009, quando raggiunse la vetta della classifica grazie a due finali Slam (Australian Opene e Roland Garros) e alle vittorie nei Wta Premier di Madrid e Roma.

Due indizi non fanno una prova, ma le dichiarazioni recenti di Dinara riguardo a un possibile futuro come coach quantomeno alimentano le voci di un ritorno. Interrogata sull'eventualità di diventare coach di un giocatore Itf o Wta, ha risposto: "Forse un giorno…". Segno che non considera ancora conclusa la sua carriera da Pro.

 

Le motivazioni del suo precoce ritiro erano state un misto di infortuni ed eccessivo stress emotivo e psicologico. Chissà che l'acqua passata sotto i ponti non l'abbia aiutata a trattare il lavoro con più distacco e soprattutto a vivere la vita per quella che è, un romanzo scritto e deciso solo dalla sua mano.