Al termine della semifinale di Coppa Davis tra Italia e Canada, Matteo Berrettini ha espresso sentimenti contrastanti davanti ai microfoni: triste per il risultato e per non essere riuscito a produrre il suo miglior livello, al contempo fiero di aver profuso un grande sforzo per rappresentare a testa alta il tricolore
Matteo Berrettini, non al meglio dal punto di vista fisico, è stato chiamato in causa da capitan Filippo Volandri per sostituire l’infortunato Simone Bolelli nel doppio decisivo di Italia-Canada, incontro fondamentale per stabilire chi avrebbe vinto lo scontro e sarebbe volato in finale di Coppa Davis. L’ex numero 6 del mondo non si è certo tirato indietro ed è sceso in campo vestendo con onore la maglia azzurra. Ciò, però, non è bastato, con lui e Fabio Fognini che sono stati battuti 7-6 7-5 per mano di Felix Auger-Aliassime – vero e proprio mattatore di questa semifinale – e Vasek Pospisil. Al termine del match, Berrettini ha espresso sentimenti contrastanti davanti ai microfoni: triste per il risultato e per non essere riuscito a produrre il suo miglior livello, al contempo fiero di aver profuso un grande sforzo per rappresentare a testa alta il tricolore.
“Ho dato il massimo – ha commentato l’ex finalista di Wimbledon –. Penso di aver mostrato, sia tifando per i miei compagni sia giocando questa partita, quanto questa competizione e questa maglia contino per me. Quando Volandri mi ha detto che c’era bisogno di me, non mi sono tirato indietro e ho dato il massimo. Ovviamente, non posso dire di aver giocato il miglior match della mia carriera. Ho lasciato il mio cuore sul campo, anche se non è bastato. Si tratta di una sconfitta molto dolorosa, ma ci ho provato con tutto quello che avevo. La mia stagione? Difficile tracciare un bilancio dopo tutte le difficoltà che ho vissuto, tuttavia non posso dire che sia stata una stagione negativa. Sono stato operato alla mano, poi, quando ho iniziato a giocare bene, ho contratto il Covid nel torneo più importante dell’anno per me. Ho lavorato duramente per rimanere ottimista ed è stato estenuante dal punto di vista mentale. Se mi pento di essere sceso in campo per il doppio? Assolutamente no, la squadra aveva bisogno e io ho risposto presente. Ovviamente mi sarebbe piaciuto vincere e portare l’Italia in finale, ma sono orgoglioso dello sforzo profuso”.