E' finita con un risarcimento la diatriba tra Alex Bogomolov jr. e la USTA, la federazione americana. L'attuale numero 34 ATP ha deciso di cambiare nazionalità e giocare per la Russia (con cui dovrebbe esordire in Coppa Davis nel primo turno del 2012 contro l'Austria), scatenando le ire della USTA. Lo scorso mese di dicembre si era diffusa la voce che la federazione avrebbe chiesto al giocatore un risarcimento di 75.000 dollari. Detto fatto: a fine dicembre, Bogomolov ha staccato l'assegno e i rapporti si sono definitivamente chiusi. Nel 2009, Bogomolov aveva firmato un contratto con la USTA quando aveva bisogno di un posto dove allenarsi ed era fuori dai top 300. Tra i cavilli del contratto c'era l'obbligo di restituire il denaro nel caso di un cambio di nazionalità. Nessuno ci aveva fatto caso, almeno fino a quando Bogomolov ha scelto la Russia. "Tanti giocatori pensavano che dovessi restituire quei soldi – ha detto Bogomolov – molti erano freddi, allora ho pensato che fosse meglio farla finita. Quando ho inviato l'assegno mi sono tolto un peso dalle spalle. In verità il contratto diceva soltanto che il giocatore è responsabile dei contributi che riceve…". La vicenda avrebbe anche potuto finire in tribunale, ma il giocatore ha preferito lasciar perdere anche se sentiva di avere qualche ragione, anche perchè non avuto avuto un particolare aiuto nel periodo di 18 mesi in cui stava recuperando da in infortunio al polso. "Credevo di aver un buon rapporto con la USTA". Invece ha dovuto risarcire tutto, fino all'ultimo centesimo.. L'attuale numero 34 ATP ha deciso di cambiare nazionalità e giocare per la Russia (con cui dovrebbe esordire in Coppa Davis nel primo turno del 2012 contro l'Austria), scatenando le ire della USTA. Lo scorso mese di dicembre si era diffusa la voce che la federazione avrebbe chiesto al giocatore un risarcimento di 75.000 dollari. Detto fatto: a fine dicembre, Bogomolov ha staccato l'assegno e i rapporti si sono definitivamente chiusi. Nel 2009, Bogomolov aveva firmato un contratto con la USTA quando aveva bisogno di un posto dove allenarsi ed era fuori dai top 300. Tra i cavilli del contratto c'era l'obbligo di restituire il denaro nel caso di un cambio di nazionalità. Nessuno ci aveva fatto caso, almeno fino a quando Bogomolov ha scelto la Russia. "Tanti giocatori pensavano che dovessi restituire quei soldi – ha detto Bogomolov – molti erano freddi, allora ho pensato che fosse meglio farla finita. Quando ho inviato l'assegno mi sono tolto un peso dalle spalle. In verità il contratto diceva soltanto che il giocatore è responsabile dei contributi che riceve…". La vicenda avrebbe anche potuto finire in tribunale, ma il giocatore ha preferito lasciar perdere anche se sentiva di avere qualche ragione, anche perchè non avuto avuto un particolare aiuto nel periodo di 18 mesi in cui stava recuperando da in infortunio al polso. "Credevo di aver un buon rapporto con la USTA". Invece ha dovuto risarcire tutto, fino all'ultimo centesimo.