L'Italia soffre, ma alla fine va in semifinale di Fed Cup. Al doppio di spareggio, Pennetta e Vinci si impongono in tre set. Bravo Barazzutti. DI RICCARDO BISTI, battuta 3-2 al doppio di spareggio. Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno impedito a Savchuk-Tsurenko di ripetere l’impresa dell’anno scorso quando batterono le australiane. Al termine di una partita piena di paure, le italiane si sono imposte con il punteggio di 7-5 0-6 6-1. Dopo aver subito un parziale di sette giochi a zero, Flavia e Roberta hanno risposto con sei giochi consecutivi che ci spediranno in Repubblica Ceca per una difficile semifinale in programma i prossimi 21-22 aprile. Ma della trasferta a Casa Kvitova ci sarà tempo per parlare. Oggi bisogna riflettere sulle ragioni che stavano per trasformare un match di routine in una Caporetto rosa. L’Ucraina non ha una sola giocatrice tra le prime 80 del mondo, eppure è in Serie A e per poco non ci sgambettava. Le ragioni delle difficoltà azzurre sono sostanzialmente tre.
1) Le condizioni di Francesca Schiavone
La Leonessa è stata pessima. Ha raccolto tre giochi contro la Tsurenko e ha giocato ancora peggio contro Kateryna Bondarenko. Le sue parole dopo la sconfitta di sabato sono un campanello d’allarme: “Prima giocavo male in allenamento e poi mi esprimevo alla grande in partita. Oggi succede il contrario”. A giugno compirà 32 anni, l’inizio di stagione non è stato incoraggiante…insomma, non sarà semplice tenere il livello del biennio 2010-2011. La scelta di allenarsi con Francesco Elia, coach sulla cui bravura mettiamo gli avambracci sul fuoco, è perfetta. Al marito di Silvia Farina il compito di tirare fuori le ultime cartucce della migliore tennista italiana di sempre. Che però a Biella non valeva una top 50.
2) La vicinanza con l’Australian Open
Giocare così a ridosso di uno Slam non ha giovato alle italiane. Ne ha fatto le spese Sara Errani, che si è infortunata nel delicato match contro la Tsurenko. La piccola “Sarita” non poteva nemmeno saltellare nei festeggiamenti post-vittoria. Speriamo che non sia niente di grave. Vinci ed Errani sono rimaste in Australia fino all’ultimo e hanno avuto poco tempo per adattarsi al nuovo fuso orario e alla diversa superficie.
3) La sorpresa Tsurenko
La graziosa ucraina è stata una sorpresa per tutti. Mai entrata tra le top 100, si è presentata a Biella da numero 121 WTA. Non veniva da grandi risultati, sembrava la vittima sacrificale. Invece è stata un cecchino. La sua Head gialla e nera sparava missili da tutte le parti. Né la Schiavone né una Errani “sana” hanno trovato le contromisure. Il doppio ha evidenziato limiti tecnici, fisici e tattici, ma può diventare un’ottima giocatrice. Compirà 23 anni il prossimo 30 maggio, quindi è un po’ in ritardo. Forse a Biella non è nata una stella, però…
La vittoria è comunque arrivata, ed è ciò che conta. Di sicuro l’Italia dovrà ricompattarsi in vista del match contro la Repubblica Ceca, in cui partiremo sfavoriti. L'incontro è in programma il 21-22 aprile, nel bel mezzo della stagione sulla terra battuta. Starà a capitan Barazzutti motivare le giocatrici (Schiavone su tutte…) a sacrificare un po’ di terra rossa sull’altare della bandiera. A proposito di Barazzutti, questa vittoria è soprattutto sua. Tante volte è stato criticato, ma stavolta ha azzeccato due decisioni importanti. La prima riguarda la superficie: si pensava che la scelta di giocare sulla terra battuta fosse eccessiva, in virtù dell’enorme differenza dei valori in campo. Invece la polvere di mattone è stata salvifica, soprattutto nel match Schiavone-Bondarenko. Probabilmente nemmeno lui pensava di soffrire così tanto, ma col senno di poi ha avuto la ragione. La seconda sta nella scelta del doppio da mettere in campo. Con la Errani KO, sarebbe stato facile affidarsi ancora una volta alla Schiavone (Schiavone-Vinci batterono le francesi nel 2007). Invece ha scelto l’acciaccata Pennetta, che lo ha ripagato con una prestazione decorosa ma “viva”. Ha avuto coraggio, ha avuto ragione, ed è giusto dargliene atto. A meno che non sia stata la Schiavone a tirarsi fuori.
Il doppio di spareggio ha fatto venire i brividi alla schiena all’entourage federale, presente in massa al Lauretana Forum di Biella. Pennetta e Vinci non giocavano insieme da tempo (dopo essere state fortissime da junior), e le condizioni di Flavia erano un’incognita. Dall’altra parte, Olga Savchuk è parsa del tutto inadeguata a giocare a certi livelli. Il primo set è stato chirurgico nella sua regolarità: le italiane vincevano i turni di servizio di Vinci e Savchuk, le ucraine quelle di Pennetta e Tsurenko. Sul 5-5 era il turno delle azzurre, che infatti non hanno tradito. Il secondo set è stato un incubo: nel contesto di un livello bassissimo, pieno di errori e pallonetti da quarta categoria, le nostre hanno avuto un passaggio a vuoto e le ucraine hanno preso un po’ di coraggio, con le sassate della Tsurenko e qualche buona giocata della Savchuk. L’esito è stato agghiacciante: 6-0. Quando la Savchuk ha tenuto il servizio in avvio di terzo si è temuto il peggio. Invece la Vinci è salita in cattedra, prendendo in mano la Pennetta e facendoci planare verso un facile 6-1. La pugliese ha probabilmente la migliore volèe di rovescio del circuito, e l’ha mostrata nel momento più importante. Sul 3-1 è arrivato il break che ha tagliato le gambe alle ucraine.
Questo successo ha già un valore: garantisce all’Italia un posto nel World Group I del 2013, e non è poco. Dai match del World Group II, infatti, sono uscite quattro squadre temibili come Giappone, Slovacchia, Stati Uniti e Australia. Eivtare i rischi di uno spareggio è già un successo. Adesso bisogna preparare i biglietti per la Repubblica Ceca. Tra qualche settimana bisognerà pensare a chi saranno intestati.
ITALIA – UCRAINA 3-2 (Biella, terra battuta)
Sara Errani (Ita) b. Kateryna Bondarenko (Ucr) 6-2 6-3
Lesia Tsurenko (Ucr) b. Francesca Schiavone (Ita) 6-1 6-2
Francesca Schiavone b. Kateryna Bondarenko 6-7 7-5 6-4
Lesia Tsurenko b. Sara Errani 6-1 3-0 rit.
Flavia Pennetta / Roberta Vinci vs. Olga Savchuk / Lesia Tsurenko 7-5 0-6 6-1
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