Tre anni fa le impedirono di giocare. Shahar Peer non potè giocare il torneo di Dubai perchè non le venne concesso il visto d'ingresso negli Emirati Arabi Uniti. D'altra parte i rapporti tra Israele e il mondo arabo, si sa, sono molto tesi. Poi, su pressione della WTA (che minacciò sanzioni) la fecero giocare, ma sempre sui campi secondari e in estreme condizioni di sicurezza. Adesso il caso si è sgonfiato, e la Peer può giocare "tranquillamente" il torneo. Quest'anno ha perso al secondo turno contro Agnieszka Radwanska e ha dichiarato: "Mi sono trovata veramente bene sia a Doha che a Dubai, mi hanno trattato benissimo. Mi piace sempre tornare, credo che sia un segnale positivo anche per il mondo. E' bello che si riescano ad abbattere le barriera, ma soprattutto sono convinta che lo sport e la politica non debbano mischiarsi".

Tre anni fa le impedirono di giocare. Shahar Peer non potè giocare il torneo di Dubai perchè non le venne concesso il visto d'ingresso negli Emirati Arabi Uniti. D'altra parte i rapporti tra Israele e il mondo arabo, si sa, sono molto tesi. Poi, su pressione della WTA (che minacciò sanzioni) la fecero giocare, ma sempre sui campi secondari e in estreme condizioni di sicurezza. Adesso il caso si è sgonfiato, e la Peer può giocare "tranquillamente" il torneo. Quest'anno ha perso al secondo turno contro Agnieszka Radwanska e ha dichiarato: "Mi sono trovata veramente bene sia a Doha che a Dubai, mi hanno trattato benissimo. Mi piace sempre tornare, credo che sia un segnale positivo anche per il mondo. E' bello che si riescano ad abbattere le barriera, ma soprattutto sono convinta che lo sport e la politica non debbano mischiarsi".