Nella città di Elvis Presley, la parmense batte Varvara Lepchenko e andrà a caccia della terza finale WTA in carriera. Grande tifosa del Milan, sogna di entrare tra le top 50.
Alberta Brianti è dotata di un elegante rovescio a una mano
Di Riccardo Bisti – 24 febbraio 2012
E' nata nel 1980 e tira il rovescio a una mano, ma non è Francesca Schiavone. Zitta zitta, Alberta Brianti è in semifinale al torneo WTA di Memphis (220.000$, indoor). Va bene, il maschile è un “500” mentre il femminile vale meno. In tabellone c’erano soltanto due top 50 (Nadia Petrova e Ksenia Pervak), ma la bella notizia è che entrambe sono state battute da tenniste italiane: la Petrova da Camila Giorgi e la Pervak da “Tina”, che poi nei quarti ha superato Varvara Lepchenko con il punteggio di 7-5 6-3. Non è stata una partita semplice, soprattutto nel primo set. La Brianti si è trovata per tre volte sotto di un break (1-3, 3-4 e 4-5), con la Lepchenko che nel decimo game è andata a servire per il set. La statunitense si è bloccata a due punti dal set e poi ha ceduto gli ultimi tre game. Nel secondo set, dopo una partenza a handicap (ancora!), la Brianti ha poi infilato un parziale di cinque giochi a uno e ha strappato un posto in semifinale, dove se la vedrà con la svedese Sofia Arvidsson. Non sarà un match semplice, ma neanche impossibile. Contro la Arvidsson ha giocato quattro volte, perdendo le prime tre ma spuntandola l’anno scorso a Carlsbad con un pirotecnico 0-6 7-6 7-6.
La Brianti andrà a caccia della terza finale WTA in carriera dopo quelle di Guangzhou 2009 (quando perse da Shahar Peer) e Fes 2011 (vittoria su Simona Halep). La vittoria in Marocco le ha permesso di vincere un torneo del circuito maggiore, uno dei grandi obiettivi della sua carriera. L’altro sarebbe accomodarsi tra le prime 50. Attualmente è numero 67, ed al massimo è stata 55. Migliorerebbe il best ranking soltanto vincendo il torneo, ma la stagione è ancora lunga e c’è tempo per coronare il sogno. A 32 anni di età sarebbe una soddisfazione immensa, la testimonianza che non bisogna per forza essere delle amazzoni per emergere nel circuito WTA. Alberta è alta 1.65 per 60 kg e tira un elegante rovescio a una mano, colpo che le avrebbe consentito di entrare tra le top 100 molto prima del 2009. Ma qualche problema fisico e una programmazione non sempre all’altezza ne hanno tardato l’esplosione. Quando si trasferì a Milano dalla provincia di Parma, dove risiede tuttora (a Fontanellato), l’avevano piazzata in un collegio di suore, dove legò con Suor Caterina. Un po’ la cazziava, ma le voleva un bene dell’anima, tanto che dopo pranzo si guardavano Beautiful insieme. Ci è voluto un po’ di tempo, ma anche la carriera di Alberta ha assunto i toni della telenovela. Perché non sono tante le giocatrici capaci di entrare tra le top 100 e 29 anni e restarci ininterrottamente per 3 stagioni.
Il bello è che “Tina” non ha nessuna intenzione di fermarsi e vuole continuare a crescere. L’anno scorso ha anche esordito in Fed Cup ed è pure riuscita a “strappare” una foto a Roger Federer. A parte l’ingresso tra le top 50, non le manca nulla per coronare la sua carriera. Anzi, qualcosa si: un piazzamento nella seconda settimana di uno Slam, magari a Wimbledon, suo torneo preferito. Il suo miglior risultato è il terzo turno all’Australian Open 2010, quando battè Sabine Lisicki prima di perdere da Samantha Stosur. Chissà se cambierebbe questi risultati con lo scudetto e l’ennesima Champions League del Milan, squadra di cui è tifosa sfegatata. Era emozionata prima di conoscere Boban, durante l’ultima festa della FIT ha detto che le piacerebbe conoscere Gattuso. Quando avrà appeso la racchetta al chiodo, l’esperienza della Brianti non dovrà essere sprecata: questa ragazza potrà raccontare come si fa ad arrivare così forti a 32 anni, e soprattutto raccontare quali errori bisogna evitare per riuscire ad emergere prima. Lei, purtroppo, qualcuno ne ha commesso.
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