Andres Molteni si è qualificato per il torneo di Buenos Aires. Ha perso 6-1 6-0 contro Ferrer nel club dove è cresciuto. Quel game vinto gli ha regalato un sorriso.
Andres Molteni, numero 237 ATP

Di Riccardo Bisti – 24 febbraio 2012

 
Il campo centrale di Buenos Aires è uno dei più simili a uno stadio di calcio. E’ vero che il quartiere Palermo è tra i salotti buoni della capitale argentina, ma da quelle parti la passione per il “futbol” travalica i confini degli altri sport. A maggior ragione se in campo c’è un bonaerense doc. Una delle storie più curiose del torneo ATP di Buenos Aires arriva dal match di primi turno tra David Ferrer (testa di serie numero 1 e favorito del torneo) e Andres Molteni, 23enne argentino alla sua prima apparizione in un torneo ATP. Lassù in cima, nelle ultime file dello stadio Billoch-Caride, alcuni ragazzi fanno un tifo scatenato per Molteni. "Te alentaremos de corazón, esta es la hinchada que te quiere ver campeón" è solo uno dei cori per il ragazzo cresciuto sui campi del BALTC. Dopo aver superato le qualificazioni, si era augurato di non pescare né Ferrer né Nalbandian. “Perché non mi va di fare una brutta figura sul campo centrale”. Gli è andata male. In una serata fresca e frizzante non è bastata la presenza dei suoi tifosi per evitargli una netta sconfitta. "Molto, querido, la hinchada está contigo" cantavano prima dell’ingresso in campo. Il ragazzo ha un buon dritto, un rovescio interessante ma irregolare. Deve ancora lavorare tanto, e non è detto che riesca a entrare tra i primi 100 (al massimo è stato n. 181). Contro Ferrer è stata una lezione di tennis. Lo spagnolo è un ragazzo di cuore, ma sul campo fa il suo dovere senza concedere sconti. Finisce 6-1 6-0, ma l’onta è della “doppia bicicletta” è scongiurata. Gli argentini lo applaudono lo stesso. "Dale Andrés, ponga huevo que no ha pasado nada". Non è successo niente, Andres, non preoccuparti.
 
Molteni gioca a livello professionista dal 2003. Ha vinto alcuni tornei futures e il challenger di Salinas nel 2011. A marzo compirà 24 anni e la sua ascesa è lenta ma inesorabile. Sporcandosi i calzini sui campi in terra battuta si è portato intorno ai top 200. Lo chiamano “Molto”, e per lui è stata ugualmente un’esperienza positiva. “Da bambino venivo a vedere il torneo come raccattapalle, a volte entravo furtivamente nello stadio per vedere le partite. Avercela fatta è stata la realizzazione di un sogno”. Molteni è allenato da Francisco Yunis e il suo preparatore fisico è Dario Lecman, lo stesso che qualche anno fa accompagnò Mariano Puerta fino alla finale del Roland Garros. Come tanti sudamericani di seconda fascia, la sua è una battaglia quotidiana per andare avanti. Non è un caso che d’estate stoppi la sua attività internazionale per giocare la Bundesliga tedesca. Non vale niente, ma è ottima per racimolare qualche soldo. “Negli ultimi sei mesi le cose andavano male, ma aver svoltato nel mio club mi dà una grande fiducia. Non mi pongo nessun obiettivo, voglio soltanto giocare bene e sommare partite”. Intanto ha evitato il cappotto contro Ferrer. 6-1 6-0 in 50 minuti non è un bel risultato, ma per “Molto” vale…molto. Dove arriverà, beh, questo non lo sa neanche lui.