Una buona preparazione invernale è il segreto del buon Nalbandian di inizio 2012, finalmente libero da infortuni. Gli obiettivi sono sempre Davis e Olimpiadi. Ma stasera c’è Nadal.
David Nalbandian è stato numero 3 ATP. Attualmente si trova in 74esima posizione
Di Riccardo Bisti – 16 marzo 2012
Sono passati 12 mesi da quando David Nalbandian si è procurato l’ultimo infortunio della sua travagliata carriera. Era il primo turno di Coppa Davis contro la Romania: si fece male contro Adrian Ungur, riuscì ugualmente a vincere ma il responso fu severo: ernia inguinale e problemi all’adduttore, non troppo distante da dove si era operato qualche anno prima, all’anca. Oggi l’argentino è nei quarti di finale a Indian Wells, dove in serata (non prima delle 23, diretta Sky Sport Extra) affronterà Rafael Nadal. Non c’era alcun buco nel tabellone: semplicemente se lo è creato da solo, battendo uno dopo l’altro due top 10 come Janko Tipsarevic e Jo Wilfried Tsonga. In questi 12 mesi sono cambiate due cose: prima di tutto, è arrivata un pizzico di salute. Di conseguenza, il “Rey David” ha finalmente potuto effettuare una preparazione invernale come si deve. Parlando con il sempre informatissimo Jorge Viale, Nalbandian dice: “Non credere che io non abbia alcun dolore. Di certo sto migliorando. Ho avuto anni difficili tra infortuni, operazioni, contrattempi…però ora mi sento abbastanza bene e spero di poter continuare in questa direzione. Sto vincendo partite senza essere al 100% e questo è positivo”. Uno dei segreti della “rinascita” è il preparatore atletico Claudio Galasso. “Finalmente abbiamo il vento a favore – racconta – non avere problemi fisici è la condizione imprescindibile per rafforzare la muscolatura interna. La seconda tappa è far funzionare bene la muscolatura esterna. Quando non lavorano su un’articolazione sana, i muscoli rischiano di infortunarsi rapidamente. Infatti David ha avuto problemi muscolari per tutto il 2011, molti più di quanto si creda. Ha dovuto dare parecchi forfait”.
Recuperata la salute, Nalbandian ha potuto effettuare una buona preparazione, affinata tra gennaio e febbraio “grazie” alla sconfitta al secondo turno dell’Australian Open per mano di John Isner. Lo staff di Nalbandian non si limita a Galasso, ma ci sono anche i fisioterapisti Diego Rodriguez e Mariano Seara (che si alternano nei tornei, anche se il primo gli è più “fedele”) e i medici Miguel Khoury e Angel Ruiz Cotorro (quest’ultimo segue anche Rafa Nadal). I progressi si vedono: i movimenti sono più rapidi, è ben coordinato anche quando deve giocare il dritto e non soffre a giocare più di due ore ad alte temperature. “Il caldo non mi crea problemi, mentre invece soffro l’umidità come è accaduto ad Acapulco”. Contro Tsonga, gli abbiamo visto fare alcuni scatti che fino a qualche tempo sarebbero stati impensabili. “Nalbandian ha giocato molto bene con il dritto, e non gli capita sempre – dice Tsonga – il problema con lui è che…è molto forte!”. Anche Dirk Hordoff (allenatore di Tipsarevic) e Rafa Nadal, suo prossimo avversario, la pensano così. “Quando sta bene fisicamente è uno dei più forti del mondo”. E Rafa dice: “Contro di lui mi aspetto qualsiasi cosa”.
Aver battuto due top 10 non lo scompone. Gli interessano le sensazioni sul campo, come quelle provate la scorsa settimana in allenamento, quando ha battuto sia Almagro che Ferrer (a proposito di top 10…). “Ok, è una cosa diversa dalla partita – dice Galasso – ma sono cose che ti fanno sentire bene, danno fiducia. Per ottenere questi risultati, David deve svolgere allenamenti di questo tipo". E dopo la vittoria contro Tsonga sono prontamente arrivati i complimenti via Twitter di Nico Almagro. “Attualmente le cose vanno bene come rapidità negli spostamenti, ma deve migliorare la coordinazione nell’impatto con la palla – continua il prepatatore atletico – lui riesce a mascherare certe pecche grazie al talento, ma sappiamo che può ancora migliorare”. Intanto si gode una continuità che non aveva da tempo, da quando nel 2008 aveva giocato per l’ultima volta tre tornei consecutivi sulla terra battuta. “Ma di sicuro dovrò prendermi delle pause prima delle Olimpiadi perché non posso giocare così tanto come ho fatto fino ad ora – puntualizza il diretto interessato – di sicuro dopo la Davis mi prenderò un po’ di tempo per recuperare, diciamo 2-3 settimane”. Significa che non lo vedremo né a Monte Carlo né a Barcellona, mentre potrebbe tornare per i Masters 1000 di Madrid e Roma. Chi lo conosce, tuttavia, dice che tutti i tornei (compresi gli Slam e i Masters 1000) sono “preparazione” per la Davis e le Olimpiadi. Comunque vada, il tennis dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) aver ritrovato un protagonista. La continuità non sarà mai il suo forte, ma qualche freccia dell’arco del cordobese c’è ancora. Ed è una bella notizia per il tennis in generale.
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