Il bulgaro batte Berdych e firma la prima vittoria contro un top 10. Non è l’erede di Federer, ma il suo tennis è troppo bello per non essere “coccolato”. Murray avanti senza giocare.
La stretta di mano tra Dimitrov e Berdych

Di Riccardo Bisti – 26 marzo 2012

 
Nel giorno in cui cade Flavia Pennetta, il tennis ha (forse) trovato un nuovo protagonista. Dopo 3 anni vissuti tra alti e bassi, Grigor Dimitrov ha colto a Miami la prima vittoria contro un top 10. Vittima del bulgaro è stato Tomas Berdych (n. 7) al termine di una partita molto combattuta, chiusa con il punteggio di 6-3 2-6 6-4. A vedere il match, come a “benedire” il battesimo di Dimitrov, c’era Serena Williams. I due sono buoni amici, tanto che qualcuno aveva messo in giro la voce di un possibile fidanzamento, poi rivelatasi una bufala. Berdych ha sciupato troppo in risposta, buttando via alcune palle break e non sfruttando i nove doppi falli di Dimitrov. Il bulgaro dice di avere nel rovescio lungolinea il colpo migliore, e con un proiettile in risposta ha firmato il break che lo ha portato sul 5-3 nel primo parziale. Dopo un secondo set di “vacanza”, il bulgaro ha messo in mostra una sorprendente tenacia nel terzo, quando ha cancellato una palla break sul 2-3 (brutto errore di Berdych, che ha cacciato un urlo belluino) e altre due sul 3-4. Il break decisivo è arrivato al nono game. Ormai fuori di testa, Berdych ha lasciato andare l’ultimo game e ha spedito il bulgaro negli ottavi. “Oggi è stato un grande match, non mi aspettavo di giocare così bene – ha detto Dimitrov, addirittura uscito dai top 100 – non ho tenuto in campo una buona percentuale di prime palle ma sono stato un po’ fortunato nel nono game del terzo set”. Negli ottavi se la vedrà con Janko Tipsarevic, bravo a estromettere Alexandr Dolgopolov.
 

Se Sergei Bubka jr. è costretto a vivere di luce riflessa a causa del padre e della fidanzata, Dimitrov sembra destinato a patire l’ingombrante paragone con Roger Federer. Il "problema" è che gli assomiglia parecchio, almeno sul piano stilistico. In un tennis sempre più robotizzato, è difficile non restare colpiti dal suo gioco fluido e naturale, sublimato da un rovescio a una mano che è una delizia estetica. Il problema è che di Federer ne nasce uno solo, e Dimitrov non sembra focalizzato sul tennis come lo svizzero. E’ vero che anche Federer ha avuto i suoi “ardori” giovanili, ma il paragone è forzato, se non fuori luogo. Può reggere sul piano stilistico, nulla di più. Intanto si è mostrato piuttosto “capriccioso” a livello di coaching. Dopo Lundgren e McNamara, adesso viene seguito direttamente da Patrick Mouratoglu. Chissà che l’esperto coach francese non riesca nell’impresa di mettere a posto i pezzi del puzzle bulgaro. Il tennis ci guadagnerebbe. Il torneo di Miami continua a sorridere ai favoriti. Detto della sorpresa-Dimitrov, per il resto non ci sono stati risultati di rilievo. Il match più atteso era Murray-Raonic, ma il canadese ha dato forfait prima di scendere in campo per una distorsione alla caviglia. Il match era molto atteso, sia per vedere Raonic all’opera contro un Fab Four, sia per rendersi conto se Murray ha definitivamente messo alle spalle lo scivolone di Indian Wells. Negli ottavi se la vedrà con Gilles Simon (vincitore su Melzer). Avanti anche Tsonga e Nishikori.