Nadal lascia l’incarico di vicepresidente del consiglio giocatori. Negli ultimi mesi è entrato più volte in disaccordo con Federer. Non è che i due sono meno amici di quel che sembra?
Negli ultimi mesi è emerso qualche disaccordo tra Roger Federer e Rafael Nadal

Di Riccardo Bisti – 27 marzo 2012


A volte una notizia può nasconderne un’altra. Magari è una forzatura, ma magari no. Ormai è ufficiale: Rafael Nadal si è dimesso dal ruolo di vicepresidente del Consiglio dei Giocatori in seno all’ATP. Il gruppo, composto da 12 elementi (tra cui il nostro Claudio Pistolesi in veste di coach), si riunisce e formula idee e proposte per migliorare l’organizzazione del circuito. Il presidente è Roger Federer, e ne fanno parte anche Fernando Gonzalez (verrà sostituito dopo il ritiro?), Sam Querrey, Peter Luczak, Jarkko Nieminen, Nenad Zimonjic, Eric Butorac, Yves Allegro, Ashley Fischer e Ignacio Hirigoyen. Sembra che le dimissioni di Nadal abbiamo poco a che fare con il problema più attuale per il consiglio, ovvero la distribuzione dei montepremi nei tornei del Grande Slam. Nadal è demotivato dalla totale assenza di appoggio in uno dei progetti a cui tiene di più, il ranking biennale. A suo dire, una classifica che tiene conto dei risultati degli ultimi due anni è il modo migliore per allungare le carriere. Avere a disposizione 104 settimane anziché 52 renderebbe più facile dare forfait quando non si è al 100%. Il progetto di Nadal ha incontrato la viva opposizione di Roger Federer, presidente del mini-consiglio. “Penso che renderebbe le cose più noiose – ha detto Federer – e poi sarebbe ancora più difficile per i giocatori di bassa classifica che cercano di emergere”. Un altro tema su cui Federer e Nadal si sono trovati in disaccordo è la scelta del nuovo CEO dell’ATP, ruolo poi assegnato a Brad Drewett. Nadal sosteneva la candidatura di Richard Krajicek, ex top 10 e campione di Wimbledon nel 1996. Secondo lui, Krajicek sarebbe stato più sensibile alle sue proposte. Federer non era d’accordo: a suo dire, Krajicek non aveva sufficiente esperienza nel mondo degli affari. Alla fine è stato scelto Drewett, ex buon giocatore ma soprattutto direttore delle operazioni ATP nell’area Asia-Pacifico. La classica soluzione di compromesso. E a febbraio Federer è andato a Rotterdam a giocare il locale torneo ATP, diretto proprio da Richard Krajicek.
 
Insomma, le dimissioni di Nadal (che non ha ancora dato una spiegazione pubblica della sua scelta) sarebbero figlie dei piccoli contrasti con Federer. I due hanno dato vita (e continuano ancora oggi) a una delle più grandi rivalità nella storia. Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera e collaboratore del nostro TennisBest Magazine, l’ha brillantemente definita “Una rivalità da ufficio stampa”. I rispettivi uffici comunicazione hanno fatto un ottimo lavoro, ma la sensazione è che non sia tutto rose e fiori. Negli ultimi mesi sono emersi tanti piccoli indizi. Per qualcuno potrebbero essere sufficienti per fare una prova, per qualcun altro no. Noi li registriamo. Indizio A: Poco prima dell’Australian Open, Nadal ha pubblicamente criticato l’atteggiamento dello svizzero, a suo dire poco attento alle rivendicazioni dei giocatori: “E’ facile dire che va tutto bene e poi passare per un gentleman. Tanto poi si scannano gli altri”. Nadal si è poi scusato per il modo. “Certe cose devono essere discusse di persona”. Non risulta che abbia fatto retromarcia sul succo delle dichiarazioni. Indizio B: Il prossimo 14 luglio, Rafa Nadal giocherà un’esibizione benefica allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid. L’incontro è collocato nel contesto dei festeggiamenti per i 110 anni del Real Madrid e si propone di battere il record mondiale di pubblico per un match di tennis. L’entourage di Rafa ha subito contattato Federer: prima la cosa sembrava certa, poi si è diffusa la voce di un rifiuto per motivi discutibili. “Il match si colloca tra Wimbledon e le Olimpiadi, un periodo delicato per Roger”. Poi è intervenuto lo stesso Federer che non ha escluso nulla. “Ne parlerò con Rafa e vedremo il da farsi”. Lo ha detto 3 settimane fa. Qualcuno ha sentito novità? Indizio C: Durante il torneo di Indian Wells è esploso il dibattito sulle perdite di tempo tra un punto e l’altro. Federer è uno dei più rapidi a riprendere il gioco, a differenza di Nadal. “Penso che gli arbitri siano troppo permissivi – ha detto lo svizzero – non capisco come in una partita di 4 ore contro Rafa non si possa prendere neanche un’ammonizione per perdita di tempo”. Nadal ha ribattuto dicendo che le regole devono essere rispettate, ma secondo le norme del buon senso. “Come si fa a riprendere in 20 secondi dopo uno scambio molto duro?”. Uno studio condotto da ESPN aveva dimostrato come la finale dell’Australian Open tra Nadal e Djokovic sarebbe durata oltre un’ora in meno se i due avessero rispettato i tempi tra un punto e l’altro.
 
Di solito tre indizi fanno una prova. C'è poi un altro elemento, il vivace dibattito sulla durezza del calendario. Nadal vorrebbe che venisse accorciato, mentre Federer è sempre stato più freddo sull’argomento. Insomma, non è tutto oro quello che luccica. Il rispetto tra Federer è Nadal è totale, ma l’amicizia non sembra così solida. E la rivalità sembra essere più “viva” e sentita di quel che sembra. Per il tennis è un’ottima notizia, giacchè le rivalità sono il sale dello sport. Per ogni Larry Bird c’è un Magic Johnson, per ogni Senna c’è un Prost, per ogni Kasparov c’è un Karpov e così via. Peccato che questa spruzzata di pepe sia arrivata quando la rivalità è giocoforza giunta alla fase finale. Se certe frecciate fossero arrivate qualche anno fa ci saremmo divertiti ancora di più.