La vittoria su Serena Williams rilancia le azioni di Caroline Wozniacki. “Non essere più la numero 1 mi aiuta, ma che tabellone difficile!”
Caroline Wozniacki ha superato Serena Williams dopo 3 sconfitte consecutive

TennisBest – 28 marzo 2012

 
“Caroline Wozniacki non merita di essere numero 1 del mondo perché non ha mai vinto nessun torneo del Grande Slam”. Questa frase è stata detta, scritta e pensata decine di migliaia di volte nelle 67 settimane in cui il computer della WTA la metteva davanti a tutte. Stravolta dalla pressione e da scelte incomprensibili (il licenziamento di coach Ricardo Sanchez dopo appena due mesi), la Wozniacki è franata al numero 6 ma soprattutto dava la sensazione di essere in caduta libera. Poi, in un banale martedì notte, si è presa la sua rivincita. La strada da percorrere è ancora lunga, ma una vittoria contro Serena Williams vale parecchio. In tanti dicevano che la vera numero 1 è proprio la pantera del Michigan, ma stavolta Caroline l’ha battuta con autorità. E poco importa se Serena ha dichiarato di aver giocato al 20%. Sono problemi suoi. E comunque al turno precedente aveva battuto la Stosur. Adesso la Wozniacki cercherà un posto in finale contro Maria Sharapova. I precedenti dicono 3-2 per la russa, ma sul cemento all’aperto siamo 2-1 per la Wozniacki. Ecco le parole della danese nel post-Willams.
 
Per te è stato il match dell’anno?
Penso di si. Serena è una grande campionessa e la rispetto molto. Ci avevo perso tre volte di fila. Penso di aver giocato un gran match e sono contenta del modo in cui sono riuscita a chiudere.
 
Sei rimasta sorpresa?
Sorpresa da cosa?
 
Di battere Serena per la prima volta.
Io credo sempre di poter vincere quando scendo in campo. Non mi capita mai di giocare una partita e dire “Ok, questa la perdo”. Io credo in me stessa e in quello che posso fare.
 
Cosa c’è stato di diverso rispetto ai precedenti tre match?
Ho servito molto bene. In particolare, il mio servizio ha funzionato piuttosto bene. La prima volta che aveva giocato con lei avevo perso 7-6 al terzo. Sapevo che di dover fare qualcosa o servire meglio, perché lei non mi avrebbe dato niente.
 
Il tuo rovescio è stato molto solido. Hai tirato anche alcuni vincenti. Pensi che sia migliorato rispetto al passato?
No, credo che sia sempre stato un buon colpo. In generale sono contenta di come ho giocato. Non ho fatto tanti errori gratuiti e l’ho fatta correre. Ho servito bene. E poi, sapete, quando il servizio di Serena funziona è difficile fare qualcosa sulla sua prima palla. Allora ho cercato di metterle pressione sulla seconda.
 
Lei ha detto di aver giocato al 20%. Hai avuto anche tu questa sensazione?
Io ho soltanto giocato. Affronto il mio avversario e, finchè vinco, non mi interessa quello che succede dall’altra parte del campo.
 
Ti ha sorpreso il fatto che a un certo punti avevi tirato più ace di lei?
Davvero? (ride). Beh, si, questo mi sorprende.
 
Puoi dirci cosa ti ha detto tuo padre quando è venuto a parlarti?
Mi ha semplicemente detto di andare avanti. "Non pensare al punteggio, e se commetti qualche errore non importa. Ma non giocare corto perché così non hai chance. Devi cercare di farla muovare e giocare profondo"
 
Sul 5-2 nel secondo, servivi per il match e lei non ti aveva mai brekkato. Cosa…
So che stava crescendo. Potrei dire che in quel game era molto motivata. Ha tirato alcune belle risposte, c’è stato qualche scambio…e ho perso il game. Mi sono detta: “Ok, va bene, pensiamo al game successivo”.
 
Grazie a Dio hai avuto un’altra chance.
Esatto.
 
Adesso stai volando fuori dai radar, c’è meno pressione intorno a te. Ti aiuta il fatto di non essere più numero 1?
Si, non mi dispiace. Però ho avuto un tabellone molto difficile. Voglio dire, avrei potuto giocare contro la Clijsters e poi ho affrontato la Wickmayer, pure lei un’ottima giocatrice. E poi Serena nei quarti, la Sharapova in semifinale…non è facile, ma va bene così. Io penso sempre a un match alla volta. Gioco e basta. Non importa se la gente parla o meno di me…finchè vinco sono felice.
 
Hai parlato di quanto le vittorie ti diano fiducia e di quanto questo sia importante per te. Quanta fiducia ti dà un successo in due set su Serena Williams?
Sicuramente dà fiducia. Il lavoro paga sempre, ma devo continuare a lavorare duro, e c’è sempre spazio per migliorare. Mi piace l’idea di poter migliorare il mio tennis.
 
Pensando alla semifinale contro la Sharapova, su cosa devi concentrarti in particolare?
Ad essere onesti, sono contenta di avere un giorno di riposo. Posso rilassarmi un po’, allenarmi, fare un giro per Miami. Lei è una grande giocatrice, ultimamente sta giocando bene e picchia duro. Avrò bisogno di farla muovere: credo che sia la cosa più importante.
 
Non credi di essere un po’ sottovalutata in questo momento?
No, non penso. Di certo non più che in passato. Credo che sia soprattutto un discorso dei media, senza offesa. Ma non ci penso, io gioco per vincere e basta.
 
Ho visto il tuo fidanzato. Sei nervosa quando lui ti segue?
No, anzi, mi piace. E’ stato bello che lui sia tornato indietro, perché non c’era in occasione del match contro la Wickmayer perché doveva allenarsi. Contro Serena c’erano anche la sua famiglia e il suo caddie. E’ sempre bello avere un bel sostegno.
 
Molti giocatori dicono di essere stanchi. Tu sembravi così fresca, giocavi come una numero 1. Come ti sei sentita?
Molto bene. Sai, io ho sempre lavorato duro. Faccio sempre molte cose per restare in forma e prevenire gli infortuni. Credo che il lavoro paghi. Ovviamente è dura avere due tornei importanti uno dopo l’altro. Ma allo stesso tempo sono felice di essere in semifinale in un torneo così importante.
 
Pensi che oggi Serena fosse più nervosa di te?
No, non penso. Non so.
 
Hai vinto parecchi tornei per restare a lungo al numero 1, ma non avevi mai battuto nessuna delle sorelle Williams. Pensi che questo risultato sia importante per arricchire il tuo curriculum?
Beh, penso che sia sicuramente importante. Serena ha vinto tanti Slam e moltissimi tornei, tutte cose che un giorno piacerebbe realizzare anche a me. Quindi battere una come lei, che non si arrende mai, è qualcosa che per me significa molto. Sai, quando giochi con certe giocatrici e sei 5-1 nel secondo set, pensi di aver già vinto la partita. Ma contro Serena sai di dover lottare fino all’ultimo punto.