Il meglio ed il peggio del secondo Masters 1000 stagionale, non certo il più entusiasmante degli ultimi anni. Un paio di personaggi tra le donne, troppa prevedibilità tra gli uomini.
Il sorriso di Venus Williams è l'immagine più bella del torneo di Miami 2012

Di Riccardo Bisti – 2 aprile 2012

 
Il torneo di Miami ha definitivamente chiuso la prima parte della stagione. Adesso c'è la Davis, poi ci sarà la lunga stagione sulla terra battuta e la parentesi erbivora (quest’anno più lunga e importante a causa dei Giochi Olimpici). Il cemento tornerà a scaldarsi tra luglio e agosto con i tornei di avvicinamento all’Open degli Stati Uniti. Prima di tuffarci nella primavera tennistica, ripercorriamo le due settimane di Key Biscayne. In verità non è stato un grande torneo. Non si sono viste partite indimenticabili, e gli spunti più interessanti sono arrivati dal torneo femminile, con il buon ritorno di Venus Williams e lo sbocciare di un nuovo personaggio, la spagnola Garbine Muguruza Blanco. Ecco i nostri personalissimi TOP & FLOP di Miami 2012.

TOP 
 

AGNIESZKA RADWANSKA
Il personaggio numero 1 è lei, ancor più di Djokovic. A dire il vero non entusiasma. E’ una giocatrice di rimessa, non troppo diversa dalla Wozniacki. Rispetto alla danese ha più “mano” e un tennis più geometrico, tanto che qualcuno l’ha paragonata a Martina Hingis. Nell’epoca del Power Tennis, fa piacere che ci sia ancora spazio per una giocatrice “old style”. Peccato che non sappia infiammare le folle, neanche con le dichiarazioni. Il suo volto da “emoticon triste” non aiuta, così come le risposte sempre uguali in conferenza stampa. Ama la Polonia, è grata a suo padre ma adesso si trova bene con coach Tomasz Wiktorowski: concetti che ha ripetuto fino alla noia. Però vince, ed è giusto parlare di lei. Quest’anno ha vinto due tornei ed ha perso 4 partite, tutte contro la Azarenka. Va tenuta d’occhio, anche perché la terra battuta sembra perfetta per il suo tennis.
 
NOVAK DJOKOVIC
L'anno scorso era in piena ascesa, vinceva tutto e stava per acchiappare Rafa Nadal in cima al ranking. Adesso è in vetta, continua a vincere ma non esalta. Oddio, il suo tennis fiammeggia con avversari diversi rispetto a Monaco e Murray, ma non dà l’impressione di essere dominante come qualche mese fa. Intanto i risultati gli danno ragione: ha vinto il torneo senza cedere un set e messo in cascina 1000 punti che gli torneranno utili nei prossimi mesi, quando sarà chiamato a difendere una montagna di cambiali fino allo Us Open. Adesso salterà la Coppa Davis per allenarsi a dovere sulla terra battuta. Il grande obiettivo stagionale è il Roland Garros, unico Slam che gli manca.
 
VENUS WILLIAMS
Quando una giocatrice viene a mancare, ti rendi conto di quanto sia preziosa. Venus Williams è stata fuori per sei mesi, e il tennis femminile ha patito l’assenza del suo carisma, della sua eleganza e del suo tennis. Ha vinto quattro belle partite contro Date, Wozniak (cui ha annullato un matchpoint), Kvitova e Ivanovic. Se recupera fisicamente può essere una mina vagante sia a Wimbledon che alle Olimpiadi, ammesso che si qualifichi. Il suo sorriso è forse l’immagine più bella del torneo. E’ tornata tra le prime 100, ma i numeri contano poco: la Venere Nera è finalmente tornata.
 
JUAN MONACO
Era “L’argentino di riserva” dopo Del Potro e Nalbandian, ma per un torneo è diventato la star assoluta. Il modo in cui ha battuto Roddick e Fish ha sorpreso pure lui, ma è piaciuto soprattutto contro Djokovic. Dopo essere stato travolto nel primo set, ha giocato benissimo nel secondo e avrebbe meritato di vincerlo. Non è un fenomeno, ma è un mostro di coraggio e continuità. Nessuno pensava che avrebbe potuto migliorare il suo best ranking (fissato al numero 14), invece dopo Miami è già al numero 16. Chissà se Martin Jaite lo terrà fuori dai singolaristi di Argentina-Croazia…Tra i "top" anche per la splendida fidanzata.
  
GARBINE MUGURUZA BLANCO
Juan Lizariturry non sfonda. Il 20enne basco è sceso al numero 982 ATP, ma gli orgogliosi abitanti di Euskal Herria possono consolarsi con questa ragazzona di madre venezuelana. Entrata in tabellone grazie a una wild card, ha battuto una dopo l’altro Zvonareva e Pennetta prima di perdere contro la futura vincitrice. La ragazza si allena a Barcellona, picchia duro e ha un sicuro avvenire davanti a sé. I baschi, orgogliosi come pochi, sono già pronti ad eleggerla eroina nazionale insieme a Fernando Llorente, centravanti dello spettacolare Athletic Bilbao guidato da Bielsa.

FLOP 
 

ROGER FEDERER
Per carità, è una delle sconfitte meno gravi della sua carriera. E poi, dopo una lunga striscia vincente, una partita la doveva perdere. Ma non contro Andy Roddick, una delle sue vittime preferite. Non ci perdeva mai (appena 2 sconfitte in 23 scontri diretti), invece si è trovato di fronte un avversario in stato di grazia, che serviva come ai bei tempi e teneva bene nello scambio da fondo. Ma ha sciupato troppe occasioni. E poi era una bella chance per superare Nadal nei Masters 1000 vinti (ne hanno vinti 19 a testa), anche perché adesso arrivano i tre sulla terra battuta, con Rafa decisamente favorito.
 
GLI ITALIANI
Ancora peggio che a Indian Wells. In California avevamo raggiunto gli ottavi con Roberta Vinci, mentre in Florida abbiamo piazzato Flavia Pennetta e la stessa Vinci al terzo turno. Assoluzione per Roberta (battuta da Serena), parziale condanna per Flavia (con la Muguruza avrebbe dovuto vincere). Molto male Schiavone (- Pervak) ed Errani (- Stephens). Ancora peggio gli uomini: Simone Bolelli ha passato le qualificazioni, ma poi non abbiamo vinto neanche una partita nel tabellone principale.
 
LA PREVEDIBILITA’ DEL TORNEO MASCHILE
Fatecelo dire: che palle! Tre dei primi quattro in semifinale, sei dei primi otto (7 dei primi 9) nei quarti. Vincono sempre i più forti, e i volti nuovi stentano. Che poi sono sempre i soliti: Raonic si è fatto male prima di sfidare Murray, Tomic ha litigato con il padre, Harrison ha perso dallo stesso Federer che poi avrebbe ceduto a Roddick, Dimitrov ha illuso battendo Berdych ma poi si è liquefatto alla prova del nove contro Tipsarevic. Risultato? Vincono sempre gli stessi. Dopo un po’ c’è il rischio di annoiarsi. E se la finale offre uno “spettacolo” tipo Djokovic-Murray, beh, il rischio diventa certezza.
 
SERENA WILLIAMS – KIM CLIJSTERS
Entrambe al rientro dopo un paio di mesi, hanno deluso. Serena si è presa una bella rivincita contro la Stosur, ma ha lasciato per strada un match che non avrebbe mai dovuto perdere contro Caroline Wozniacki. Serena è convinta di essere la vera numero 1, dunque non può permettersi di perdere contro la (ex) numero 1 più criticata di sempre. La Clijsters passa più tempo in infermeria che sul campo. La sconfitta contro Yanina Wickmayer ha alimentato le voci di un possibile ritiro anticipato, che lei si è affrettata a smentire via Twitter. Sogna i due Slam europei e le Olimpiadi, ma non è detto che il suo fisico glielo consenta.
 
JUAN MARTIN DEL POTRO
I primi tornei dell’anno lo avevano proposto come possibile protagonista, invece Indian Wells e Miami lo hanno ridimensionato. In California aveva ceduto a Federer, mentre a Miami si è arreso addirittura negli ottavi a David Ferrer. Ci ha perso male, con un doppio 6-3 che non ammette repiche. Peccato, perché un quarto contro Djokovic sarebbe stato molto interessante. Adesso giocherà in Davis, poi vedremo come si comporterà all’esame terra battuta. Recuperare dopo un anno di stop è dura: ha già fatto un mezzo miracolo tornando tra i top 10, ma per raggiungere i migliori deve pedalare ancora più forte. Nessuno si è fermato ad aspettarlo.