L’INTERVISTA – Francesco Elia ci racconta il lavoro a fianco di Francesca Schiavone a ridosso della fase calda della stagione. “Sta rimettendo ordine dentro di sé”.
Secondo Francesco Elia, la Schiavone ha ritrovato motivazioni importanti

Di Riccardo Bisti – 10 aprile 2012


Sulla serietà di Francesco Elia si possono mettere entrambi gli avambracci sul fuoco. E’ un tecnico attento, preciso, scrupoloso. E’ uno dei pochissimi che ha saputo conciliare il ruolo di coach e compagno di vita: all’angolo di Silvia Farina ha ottenuto risultati eccezionali, guidandola al numero 11 WTA e tenendola al top per moltissimi anni. Anche in virtù di questo, lo scorso ottobre Francesca Schiavone gli ha chiesto una mano in una fase delicata della sua carriera, quando era inevitabile un pizzico di appagamento dopo gli exploit degli ultimi anni. Non è un compito facile, ma Elia ha troppa esperienza per lasciarsi spaventare. Il lavoro sul campo è attento ai dettagli, quasi maniacale. Noi l’abbiamo raggiunto per fare il punto della situazione alla vigilia della stagione sulla terra battuta, al via con il torneo di Barcellona, dove la Schiavone ha accettato una wild card.
 
Come sta andando il lavoro con Francesca?
Posso parlare soprattutto per quello che ho visto. Ho partecipato in modo marginale alla sua preparazione invernale, svolta con Luis Delgado in virtù di accordi precedenti. Io ho iniziato a seguirla meglio dopo la Fed Cup. Di certo ci sono delle difficoltà, ma da febbraio sta lavorando molto bene. Sono soddisfatto di quello che ha immagazzinato. Non le devo insegnare a giocare: si tratta di dare un ordine organizzativo e motivazionale. Un’atleta che ha raggiunto risultati come i suoi ha bisogno di motivazioni speciali per continuare a lottare duramente. Abbiamo ricostruito le fondamenta: adesso è più ordinata in campo, ma ha bisogno di ritrovare “confidenza” giocando partite importanti. Ma per farlo deve ritrovare una motivazione che con il tempo può affievolirsi.
 
Come ti spieghi gli ultimi risultati negativi?
Premesso che io sono testimone solo del lavoro fatto con me, posso dire che l’anno scorso c’è stata qualche difficoltà dopo la finale a Parigi. Confermare il risultato del 2010 è stata una grande impresa, non sottolineata a sufficienza. Per riuscirci ha speso molte energie. Stiamo lavorando per ritrovare la qualità: per giocare al 100% deve ritrovare le sensazioni di un tempo. Allo stesso tempo mi rendo conto che oggi non è possibile chiederle di stare “sul pezzo” dal 1 gennaio al 30 novembre. Non può giocare 25 tornei l'anno al top della condizione: è normale logorio. Ma in allenamento vedo che le motivazioni sono alte. Di sicuro nel tennis non puoi improvvisare.
 
Giocherà in Fed Cup? L’anno scorso saltò il match con la Russia…
E’ previsto che vada. L’unica modifica alla programmazione è stata l’aggiunta del torneo di Barcellona. Avendo giocato poco, ha bisogno di partite. Dopo tanto allenamento è pronta per competere. L’obiettivo è trasferire sul campo quello che ha dentro e trovare sensazioni, geometrie e meccanismi per fare bene nei tornei che contano: Roma, Roland Garros, Wimbledon e Olimpiadi. La Fed Cup si gioca sul veloce, non segue il “percorso logico” della stagione, ma se non succede nulla di particolare sarà ad Ostrava e cercherà di dare il massimo. Anzi, sarà un’occasione in più per confrontarsi con giocatrici di alto livello e assaporare un certo tipo di competizione.
 
A quasi 32 anni, ha ancora dei margini di miglioramento? Se si, quali?
I margini possono sempre esserci. Anzi, ogni anno bisogna progredire in qualcosa. Nel suo caso, ovviamente, si tratta di sfumature. Francesca deve essere più ordinata in campo, pur mantenendo una parte di istintività, che per lei è necessaria. La conosciamo, deve sentirsi libera di esprimersi. Poi ci sono sfumature più tecniche, che conosciamo io e lei. Ne parliamo spesso, anche con Corrado Barazzutti. Tante piccole cose che possono migliorare la prestazione: il movimento dei piedi, la tecnica, la tattica, l’aspetto mentale…non puoi pensare di tornare quella di prima senza lavorarci. Sono piccole cose, non tanto visibili, ma che fanno la differenza.
 
E Francesco Elia che fa, oltre alla Schiavone?
Attualmente mi dedico con grande energia a Francesca, avendo accettato con piacere la sua proposta. Inoltre continuo con Martina Caregaro e altri ragazzi, ma il lavoro principale è con Francesca e Martina. Quando io non potrò occuparmi direttamente della Caregaro ci sarà sempre Silvia (Farina, la moglie n.d.r.). Faremo tutto il possibile affinchè Martina possa ottenere il meglio del suo livello e, perché no, che magari vada oltre. Sarebbe bello se mi sorprendesse facendo più di quel che io penso possa raggiungere.